Buongiorno ai Lettori di Investing.com.
Facciamo un passo indietro: l’esplosione al rialzo dei rendimenti delle obbligazioni arrivò un paio di settimane fa quando dopo le sorprese al rialzo dell’ADP e soprattutto dell’ISM non manifatturiero, il tutto in connubio con un Powell “falco” il quale dichiarò che un mercato del lavoro con così pochi disoccupati avrebbe portato a salari più alti e un incremento dell’inflazione. La prima parte dell'equazione si rafforza grazie al dato di un altro indicatore del mercato del lavoro, le aperture di posti JOLTS che hanno raggiunto un valore record a oltre 7 milioni.
Dall’altra parte dell’equazione c’è l’inflazione, che per il momento non sembra sfuggire di mano. Indicazioni in qualche modo contrastanti che certo non aiutano gli operatori a prendere decisioni definitive. I rendimenti resteranno un elemento chiave del mercato, su questo non c’è dubbio, soprattutto lo spread tra il 2 anni e il decennale con la curva destinata a regolare più che mai le future mosse del biglietto verde. E’ probabile che se Donald Trump avesse interrotto i suoi attacchi verbali alla FED avremmo assistito a un’ulteriore accelerazione rialzista dei rendimenti.
Passiamo all’Europa, perché anche in questo caso c’è tanto da dire.
A parte i dati sull'inflazione del Regno Unito e dell'Eurozona saranno i negoziati sulla Brexit i protagonisti assoluti. Stasera vi sarà la riunione della Commissione Europea e la questione del confine irlandese sembra sia l’unico elemento di scontro tra UK e EU. L’Europa vorrebbe una frontiera aperta indefinita lasciando l'Irlanda del Nord nell’unione doganale, mentre il Regno Unito ritiene che la creazione di una frontiera nel Mare d'Irlanda sia inaccettabile. Il tempo stringe, ci sarebbe la possibilità di un summit d’urgenza nel mese di novembre e potrebbe a questo punto risultare la soluzione più probabile visto e considerato che raggiungere un accordo stasera sembra praticamente impossibile (salvo sorprese chiaramente).
Torniamo sui mercati, perché Wall Street ha messo a segno un bel rimbalzo anche grazie alle forti trimestrali di Morgan Stanley (NYSE:MS), Goldman Sachs e Johnson & Johnson (NYSE:JNJ). L'indice S&P 500 ha chiuso in rialzo del 2,1% a 2810 punti e i futures sono cresciuti ulteriormente (Netflix sta sicuramente aiutando).
I mercati asiatici sono stati ampiamente positivi durante la notte ( Nikkei + 1,3%, Shanghai Composite + 0,5%) ma anche l’Europa sembra orientata sulla buona strada. Nel Forex, al momento, c’è ancora poca direzionalità mentre nelle materie prime c'è un consolidamento sull'XAU/USD e sull'XAG/USD, col Future Petrolio Greggio WTI che sta provando a ripartire al rialzo.
I verbali della Fed avranno oggi un grande risalto, ma come detto stamattina attenzione all'inflazione nel Regno Unito (ore 10:30) prevista a + 2,6% (da + 2,7% ad agosto), mentre l'IPC core dovrebbe ridursi al + 2,0% (da + 2,1% un mese fa). Il PPI, dopo il calo all’8,7% del mese scorso dovrebbe crescere del 9,2%. L' inflazione dell'eurozona delle ore 11 dovrebbe confermare + 2,1% sul dato complessivo e + 0,9% il core. Nel pomeriggio spazio ai permessi di costruzione negli Stati Uniti attesi in lieve crescita a 1,28 m (da 1,25 m), poi come consuetudine le scorte di petrolio ore 16:30 col greggio che dovrebbero aumentare di + 2,5 milioni di barili (+ 6,0 milioni la scorsa settimana), distillati in calo di -1,5 milioni di barili (-2,7m la scorsa settimana) e benzina in calo di -1,5 m (+ 1,0 m la scorsa settimana). I verbali del FOMC verranno pubblicati alle ore 20 e non dovrebbero esserci sorprese, ma il mercato cercherà probabilmente qualche indicazione non solo sul prossimo rialzo dei tassi (previsto per dicembre) ma anche sul 2019, così come la conferma della rimozione del termine "accomodante" potrebbe catturare un po’ di attenzione.