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Powell e il potere del pensiero positivo

Pubblicato 09.03.2023, 16:11

Sì, il Presidente della Federal Reserve Powell è stato molto interventista nella sua testimonianza al Congresso di ieri e martedì. Ha chiaramente segnalato (di nuovo) che, una volta che i tassi overnight della Fed raggiungeranno il picco, non scenderanno per un po’. Ha aggiunto che il picco probabilmente sarà più alto di quanto precedentemente segnalato (dico e penso il 5% da un po’, ma sarà più alto) ed ha persino indicato una crescente probabilità di un ritorno agli aumenti da 50bp dopo la recente decelerazione a 25bp.

Quest’ultimo punto, secondo me, è il meno probabile, dal momento che tutte le ragioni per una decelerazione a 25bp restano valide: che il picco sia il 5% o il 6%, è relativamente vicino e la fiducia che dovremmo avere che i tassi non sono saliti abbastanza dovrebbe quindi ridursi rapidamente. Inoltre, siccome la politica monetaria funziona in ritardo e c’è molto poco ritardo dall’inizio di questa aggressiva campagna di inasprimento, sarebbe ragionevole rallentare o fermarsi per valutare l’effetto che hanno avuto gli aumenti precedenti.

Ma qui c’è un punto più importante, e che Powell non ha affrontato. Non ci sono molte prove che gli aumenti della Fed finora abbiano intaccato l’inflazione. È un atto di fede dire che sicuramente succederà, ma non è lo stesso che dire che ci sono riusciti.

Pensiamoci un attimo: in che modo potremmo affermare che gli aumenti dei tassi finora sono stati responsabili del calo dell’inflazione? Il calo dell’inflazione è arrivato interamente dal settore della merce e una buona porzione è stata dovuta al fatto che le auto usate sono tornate ad un livello normale (ossia in linea con la crescita del denaro). In che modo, esattamente, la politica monetaria ha fatto scendere i prezzi della merce?

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Non sto dicendo che i tassi di interesse più alti non hanno influito sull’attività economica, ma che proprio questa per me è la vera sorpresa: mi meraviglia che non abbiamo visto un ritracciamento maggiore.

Parte della domanda inevasa ancora deve essere soddisfatta, ad esempio nel settore immobiliare, dove dei significativi aumenti dei tassi solitamente rallentano la domanda, come sembra essere successo. Tuttavia, c’è una grave carenza di case nel paese e quindi se ne continuano a costruire (per questo i prezzi delle case, anche se sono scesi, non sono crollati). Tassi più alti si fanno sentire anche sul mercato degli MBS commerciali.

Tendono a supportare, invece, gli affitti residenziali, almeno fino a quando la disoccupazione non aumenta in maniera apprezzabile. Non penso che molti economisti siano locatari, ma i costi maggiori non tendono a risultare nel desiderio di chiedere affitti più bassi. Per quanto riguarda gli immobili commerciali, gli affitti sono più lunghi e il giro d’affari è più costoso, ma il locatario residenziale medio di questi tempi non ha carenza di domanda.

Quindi, in che modo gli aumenti dei tassi hanno fatto scendere l’inflazione? A giudicare dal fatto che l’indice IPC mediano ha appena segnato un nuovo massimo, penso che la risposta sia piuttosto chiara: non l’hanno fatto. E tuttavia la Fed crede che, se continuerà ad alzarli, l’inflazione scenderà al livello desiderato. Sembra proprio un eccellente esempio della massima: “Se un pezzo non entra, non stai usando un martello abbastanza grande”.

O forse è solo un riflesso dell’idea che, se vuoi disperatamente qualcosa, il desiderio stesso la farà succedere. [N.B. in realtà è più in linea con il consiglio del classico di Napoleon Hill “Pensa e arricchisci te stesso”, ma il classico di Peale “Il potere del pensiero positivo” mi ha suggerito un titolo più accattivante per questo articolo. Consideratela una licenza poetica.]

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Inoltre, quello che notiamo è che tassi di interesse più alti hanno avuto l’effetto previsto sulla velocità del denaro. Anche se ho notato come parte della ripresa della velocità monetaria finora sia dovuta all’effetto “molla”, ci sono abbastanza prove che uno dei principali fattori di traino della velocità monetaria sia il tasso di interesse guadagnato sui saldi non liquidi. Ed effettivamente avevo scritto di questa connessione nel giugno 2022, prima che iniziasse la recente impennata della velocità. [Vi consiglio anche un recente articolo di Samuel Reynard della Banca Nazionale Svizzera.]

Ora, niente di ciò che ho scritto convincerà Powell & Co a smettere di alzare i tassi fino a quando la domanda non sarà finalmente schiacciata e, in base alla loro fede ma in assenza di prove finora, l’inflazione decelererà al livello che desiderano. Ma, con i pareggi di inflazione a lungo termine prezzati a livelli che rispecchiano questa fede, bisogna interrogarsi sul valore dell’essere apostati.

Ultimi commenti

MA, non possono togliere veloce col QT perché i governi, pieni di debiti come mai prima, con tassi alti avrebbero un costo per interessi sui loro titoli di stato trooooopppo alto, rischio fallimento. Quindi? Soluzione?
Azzz inflazione è l'aumento di circolazione del denaro. Ok alzare tassi per disincentivare circolazione denaro, ma devono anche drenare liquidità dal sistema, cioè TOGLIERE soldi dalla circolazione. Per 15 anni col QE hanno inondato di liquidità e ora si lamentano che é partita inflazione? Ma é incredibile che non sia partita prima, molto prima.
👍
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