Il terzo trimestre è stato disastroso per l’azionario. L’azionario statunitense a settembre non era decisamente un bel posto in cui stare.
Il Dow Jones Industrial Average e l’S&P 500 hanno registrato il settembre peggiore dal 2002, con il Dow a -8,8% e l’S&P 500 a -9,3%. Il Nasdaq Composite è crollato del 10,5%, la performance di settembre peggiore dal 2008.
I principali indici hanno chiuso il mese in bear market.
Ma i mercati arrivano ad un bottom. A volte rapidamente. E capire cosa sta succedendo potrebbe aiutare a prepararsi all’inevitabile ripresa.
La maggior parte dei dolori sul mercato sono legati all’obiettivo della Federal Reserve di far salire i tassi di interesse per portare l’inflazione al 2% ad un certo punto in futuro. Al momento si attesta al 6% o all’8%, a seconda della misura.
Ci sono tre fattori in gioco inoltre:
- Le pressioni di inflazione globali, alimentate da impennata dei costi di alimentari e carburante, continui problemi delle filiere e improvviso scoppio di una crisi finanziaria nel Regno Unito che potrebbe diffondersi anche altrove.
- L’impennata del dollaro. L’indice del dollaro USA è schizzato del 17% solo quest’anno. Segna +17% contro la sterlina e +25% contro lo yen.
- Le tensioni globali, soprattutto la guerra russo-ucraina e la minaccia della Russia di usare armi nucleari contro l’Ucraina. Nonché le tensioni tra l’Occidente e la Cina per Taiwan.
Il successo, almeno per come lo descrive il Presidente Jerome Powell, significa ammorbidire un mercato del lavoro molto teso e la domanda in generale, in modo che i prezzi comincino a scendere.
In altre parole, dolori per tutti mentre la Fed cerca di far scendere l’inflazione. Il che significa recessione in arrivo. Quanto brutta non si sa.
Gli sforzi della Fed potrebbero funzionare. Ma è possibile che la banca si spinga troppo oltre e sia costretta a tornare sui propri passi.
Le mosse della Fed (portare il tasso dei fondi federali dallo 0%-0,25% alla fine del 2022 al 3%-3,25%) pesano già sull’economia.
Il danno sul mercato
Tutti gli 11 settori dell’S&P 500 sono scesi a settembre, con il settore immobiliare che ha segnato la performance peggiore: -13,4% secondo S&P Dow Jones. Il settore con la performance migliore è quello sanitario, giù di appena il 2,7%.
Il settore energetico è stato il migliore del terzo trimestre, +1,16%. Ma sembra stare raggiungendo massimi insostenibili. È schizzato del 39% sull’anno, rispecchiando i prezzi alti del petrolio. E, per la prima volta quest’anno, nessun titolo energetico si trova nella top 10 S&P 500 del mese.
Cosa fare con gli investimenti?
Tutta l’incertezza lascia gli investitori in tutto il mondo a chiedersi cosa fare per non perdere denaro e, sul lungo termine, per cercare di guadagnarne. La probabilità, dicono a Wall Street, è che questa situazione persista, con i titoli azionari che cominceranno a salire e i tassi di interesse che non saliranno o cominceranno a scendere l’anno prossimo.
Questo ipotizzando che la Fed ritenga di aver vinto la lotta all’inflazione.
Il che significa che chi investe dovrebbe considerare le proprie opzioni con molta attenzione.
Cominciamo dall’ovvio. A meno che non abbiate uno stomaco di ferro, non è il momento di comprare titoli azionari in modo maniacale.
Se credete che i prezzi delle azioni gireranno a vostro favore, allora dovreste preparare un piano per conservare il capitale ed approfittare di un bottom del mercato che probabilmente arriverà nel 2023.
Se volete vendere lentamente i titoli azionari e dedicare il resto in liquidità o bond a breve termine, è una strategia valida. Per la cronaca, i titoli di stato USA a 2 anni rendevano il 4,28% venerdì, senza rischi.
Aspettate la prova di un bottom prima di fiondarvi sui titoli azionari.
Se volete comprare azioni, la regola in questo contesto è cercare compagnie con queste caratteristiche:
- Pochi debiti in bilancio.
- Lunghissima storia di pagamento di dividendi.
- Focus nazionale.
La lista potrebbe includere società sanitarie come Eli Lilly (NYSE:LLY) e Merck (NYSE:MRK). E potremmo aggiungere Travelers Companies (NYSE:TRV), Costco (NASDAQ:COST), Walmart (NYSE:WMT) o Procter & Gamble (NYSE:PG).
E non dimentichiamo le compagnie petrolifere. Chevron (NYSE:CVX) ed ExxonMobil (NYSE:XOM) difendono i loro dividendi e, ovviamente, traggono immenso vantaggio dai prezzi alle stelle di petrolio e gas naturale.
Infine, gli esperti parlano del dollar-cost averaging su titoli azionari o fondi comuni di investimento.
I fondi indicizzati prosperano su questa strategia ed hanno tariffe basse.
Sono da evitare al momento gli investimenti che richiedono di farsi carico di molti debiti.
La frase migliore per descrivere come pensare agli investimenti ora che settembre è finito è: fate attenzione.
Quale titolo dovresti acquistare nel prossimo trade?
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