Le riserve cinesi di valuta straniera dovrebbero scendere ai minimi da più di quattro anni, perché l’esodo dallo yuan ha costretto la PBoC a ricorrere alle riserve per sostenere la valuta.
Gli aggiustamenti di valore potrebbero tuttavia generare una distorsione della cifra che pubblicherà la PBoC.
Prevediamo che le riserve in valuta straniera siano diminuite di 28,57 miliardi di USD rispetto al mese precedente, e che si attesteranno a 3,202 mila miliardi di USD.
Le riserve dovrebbero però calare a un ritmo più lento rispetto al mese precedente e molto meno del crollo visto a dicembre, che alimentò speculazioni dovute al panico.
Il ritmo più lento dimostra il successo della gestione bidirezionale (inclinata verso un apprezzamento) del forex da parte della PBoC, con interventi non più concentrati sul forex e sui tassi d’interesse. Inoltre, l’assenza di vendite di yuan suggerisce una maggiore fiducia nell’economia cinese, perché i dati si sono stabilizzati.
Si mormora addirittura che la PBoC non stia più intervenendo sui mercati dello yuan. Il costante miglioramento dell’IPC, seppur dovuto soprattutto all’aumento dei prezzi dei generi alimentari, limiterà ulteriormente la necessità di tagli del tasso d’interesse e ridurrà il differenziale fra i tassi d’interesse USD/CNY, sostenendo un rialzo dello yuan.
Continuiamo a prevedere che lo CNY si apprezzerà e che alla fine dell’anno scambierà intorno a 6,36 contro l’USD.