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Previsioni sull’audizione di Yellen

Pubblicato 11.02.2014, 13:01
Aggiornato 07.03.2022, 11:10

L’evento chiave della giornata sarà l’audizione semestrale della nuova presidente della Fed Yellen davanti alla commissione servizi finanziari della Camera. Durante la sua prima testimonianza al Congresso, Janet Yellen presenterà il rapporto semestrale della Fed sulla politica monetaria. I mercati prevedono che l’ex vice governatore Yellen manterrà la sua impostazione accomodante, pur sostenendo il proseguimento del tapering. Il rendimento dei decennali USA è sceso sotto il 2,70%, l’indice DXY è sotto pressione, sotto la media mobile a 21 giorni (80,84). Circolano voci di fondi che stanno vendendo USD prima dell’intervento di Yellen.

La debolezza del mercato occupazionale USA, soprattutto se guardiamo ai rilevamenti di dicembre e gennaio, ha ovviamente rinvigorito le speculazioni su un possibile passo indietro della Fed in merito al programma di ritiro degli stimoli del QE in atto da gennaio 2014. La scorsa settimana, il dato sulle buste paga non agricole ha deluso per il secondo mese consecutivo; a gennaio, l’economia USA ha creato solo 113.000 nuovi posti di lavoro nel settore non agricolo, molto meno dei 180.000 previsti. Considerando anche le 74.000 unità di dicembre, la situazione si fa piuttosto irritante, anche se il tasso di disoccupazione è sceso dal 6,7% al 6,6%, livello minimo da metà 2008. La recente debolezza dei dati sul lavoro è dovuta al rigido inverno che ha interessato gli USA a dicembre e gennaio? La neogovernatrice Yellen reagirà ai dati? I dati sul lavoro sono davvero rilevanti?


“Tapering non significa restringere”

La Fed ha iniziato a ridurre (tapering) gli acquisti mensili di bond (da 85 a 75 miliardi di USD a gennaio, e poi a 65 mld a febbraio), continuando però a insistere che “tapering non significa restringere”. Secondo noi, i mercati hanno recepito quest’ultimo messaggio, visto che non abbiamo assistito a una corsa verso l’USD dopo la decisione di procedere con il tapering, né a brusche vendite nell’azionario dei mercati sviluppati. Sebbene sui mercati emergenti la reazione sia stata più dura, essa era stata ampiamente prevista e non ha avuto un impatto decisivo sulle prospettive degli investitori.

Anche se il tapering ha generato una reazione più pacata del previsto sui mercati, secondo noi un passo indietro rispetto a quanto si è iniziato è improbabile. Anche se l’ex vicepresidente Yellen è nota per la sua impostazione accomodante, non cambierà il corso del tapering in questa fase. In primo luogo perché l’iniezione di decine di miliardi di dollari nell’economia USA ha stimolato soprattutto i mercati finanziari, e non l’economia reale. In secondo luogo, in termini reali, l’impatto della riduzione degli acquisti di asset è stata forse marginale nella ripresa degli USA. In terzo luogo, Yellen manterrà comunque il suo orientamento accomodante, accompagnato dalla forward guidance sui tassi bassi (!). Detto questo, la recente debolezza dei dati NFP non dovrebbe avere un impatto significativo sulla politica del tasso della Fed. E il tapering è già fuori discussione.


Toni troppo accomodanti potrebbero sorprendere

Negli ultimi mesi, la Fed è sembrata più aggressiva e i mercati hanno elaborato questa impostazione. Tuttavia, finora nessun ha parlato di restringimento. Ciò significa che la Fed continua a sostenere una politica accomodante, liberandosi nel frattempo del programma di acquisto bond, che è diventato comunque una fonte di speculazioni. L’eliminazione di questo strumento scomodo faciliterà Yellen nel perseguire il mantenimento di una politica monetaria accomodante da parte della Fed. Ecco perché, eventuali commenti su una modifica potenziale del ritmo di acquisto degli asset (pausa nel tapering/ritmo più lento per il ritiro degli stimoli) oggi genererebbe la sorpresa più grossa. Uno sviluppo del genere scatenerebbe paure sulla salute della ripresa USA e innescherebbe un’avversione al rischio indesiderata. Lo ripetiamo, non c’è bisogno di far ripartire la volatilità per colpa del “tapering”. Anche dal punto di vista di una colomba, la strategia migliore è lasciare morire in pace il QE3. Ci aspettiamo quindi propensione al rischio se Yellen sosterrà il ritiro del QE, visto che l’arma di politica più efficace sono i tassi d’interesse.

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Today's Key Issues (time in GMT)

  • 2014-02-11T11:30:00 USD Jan NFIB Small Business Optimism, exp. 93.9, last 93.9
  • 2014-02-11T14:00:00 USD Dec JOLTS Job Openings, exp. 3980, last 4001
  • 2014-02-11T14:00:00 USD Dec Wholesale Inventories m/m, exp.0.5%, last 0.5%
  • 2014-02-11T14:00:00 USD Dec Wholesale Trade Sales m/m, exp. 0.7%, last 1.0%

The Risk Today

EUR/USD L’EURUSD prosegue la fase di miglioramento spostandosi fuori del canale discendente. Una resistenza orizzontale può essere ubicata a 1,3685 (ritracciamento al 50%). Una resistenza chiave si attesta a 1,3739. Il momentum a breve termine resta rialzista finché terrà il supporto orario a 1,3609 (minimo 10/02/2014). Un altro supporto orario si trova a 1,3552. Sul lungo termine siamo favorevoli a un’ampia banda orizzontale tra 1,3296 (minimo 07/11/2014) e 1,3893 (massimo 27/12/2013), con una propensione ribassista. Di conseguenza viene favorito un graduale declino verso il minimo di questa fascia. Un primo supporto chiave si attesta con la media mobile a 200 giorni (attorno a 1,3394).

GBP/USD La GBPUSD ha raggiunto l'obiettivo implicito dato dalla recente costituzione del double-bottom a breve termine. Monitorate la resistenza a 1,6446 (si veda anche la trendline discendente). Un'altra resistenza è a 1,6519. I supporti orari possono essere trovati a 1,6383 e a 1,6302 (minimo 07/02/2014). A più lungo termine la struttura tecnica favorisce una propensione rialzista fintanto che il supporto a 1,6220 regge. Tuttavia, considerando le generali condizioni d’ipercomprato, monitorate i recenti deterioramenti tecnici (rottura del supporto a 1,6305, minimo 25/12/2013). Una forte resistenza è collocata a 1,7043 (massimo 05/08/2009).

USD/JPY L’USDJPY ha infranto la resistenza a 101,77, convalidando il double-bottom con un obiettivo implicito a 102,77. Le resistenze orarie possono essere ubicate a 102,64 (massimo 10/02/2014) e a 102,94. Siamo a favore di una propensione positiva a breve termine finché terrà il supporto orario a 101,92 (ritracciamento a 38,2%). Un altro supporto può essere trovato a 101.47 (minimo 07/02/2014). La fase correttiva si sta avvicinando a un’area di supporto chiave definita dalla media mobile a 200 giorni (intorno a 100,13) e da 99,57 (si veda anche la linea di trend in ascesa dal minimo a 93,79 segnato del 13/06/2013). Finché terranno questi livelli viene favorita un’inclinazione rialzista sul lungo periodo. Una forte resistenza entra in gioco a 110,66 (massimo 15/08/2008).

USD/CHF L’USDCHF continua a indebolirsi dopo il potenziale minimo massimo a 0,9082. Monitorate il test del supporto orario a 0,8932. Un altro supporto può trovarsi a 0,8903. Le resistenze orarie si attestano a 0,9022 (si veda anche la linea di tendenza in calo) e a 0,9082. In una prospettiva a più lungo termine la struttura presente da 0,9972 (24/07/2012) è considerata come una grande fase correttiva che ha potenzialmente raggiunto la fase di completamento. L' area di supporto definita da 0,8931 (minimo 24/02/2012) e da 0,8833 favorisce un potenziale di formazione di base a medio termine. Una resistenza chiave si attesta a 0,9250.

L’evento chiave della giornata sarà l’audizione semestrale della nuova presidente della Fed Yellen davanti alla commissione servizi finanziari della Camera. Durante la sua prima testimonianza al Congresso, Janet Yellen presenterà il rapporto semestrale della Fed sulla politica monetaria. I mercati prevedono che l’ex vice governatore Yellen manterrà la sua impostazione accomodante, pur sostenendo il proseguimento del tapering. Il rendimento dei decennali USA è sceso sotto il 2,70%, l’indice DXY è sotto pressione, sotto la media mobile a 21 giorni (80,84). Circolano voci di fondi che stanno vendendo USD prima dell’intervento di Yellen.

La debolezza del mercato occupazionale USA, soprattutto se guardiamo ai rilevamenti di dicembre e gennaio, ha ovviamente rinvigorito le speculazioni su un possibile passo indietro della Fed in merito al programma di ritiro degli stimoli del QE in atto da gennaio 2014. La scorsa settimana, il dato sulle buste paga non agricole ha deluso per il secondo mese consecutivo; a gennaio, l’economia USA ha creato solo 113.000 nuovi posti di lavoro nel settore non agricolo, molto meno dei 180.000 previsti. Considerando anche le 74.000 unità di dicembre, la situazione si fa piuttosto irritante, anche se il tasso di disoccupazione è sceso dal 6,7% al 6,6%, livello minimo da metà 2008. La recente debolezza dei dati sul lavoro è dovuta al rigido inverno che ha interessato gli USA a dicembre e gennaio? La neogovernatrice Yellen reagirà ai dati? I dati sul lavoro sono davvero rilevanti?


“Tapering non significa restringere”

La Fed ha iniziato a ridurre (tapering) gli acquisti mensili di bond (da 85 a 75 miliardi di USD a gennaio, e poi a 65 mld a febbraio), continuando però a insistere che “tapering non significa restringere”. Secondo noi, i mercati hanno recepito quest’ultimo messaggio, visto che non abbiamo assistito a una corsa verso l’USD dopo la decisione di procedere con il tapering, né a brusche vendite nell’azionario dei mercati sviluppati. Sebbene sui mercati emergenti la reazione sia stata più dura, essa era stata ampiamente prevista e non ha avuto un impatto decisivo sulle prospettive degli investitori.

Anche se il tapering ha generato una reazione più pacata del previsto sui mercati, secondo noi un passo indietro rispetto a quanto si è iniziato è improbabile. Anche se l’ex vicepresidente Yellen è nota per la sua impostazione accomodante, non cambierà il corso del tapering in questa fase. In primo luogo perché l’iniezione di decine di miliardi di dollari nell’economia USA ha stimolato soprattutto i mercati finanziari, e non l’economia reale. In secondo luogo, in termini reali, l’impatto della riduzione degli acquisti di asset è stata forse marginale nella ripresa degli USA. In terzo luogo, Yellen manterrà comunque il suo orientamento accomodante, accompagnato dalla forward guidance sui tassi bassi (!). Detto questo, la recente debolezza dei dati NFP non dovrebbe avere un impatto significativo sulla politica del tasso della Fed. E il tapering è già fuori discussione.


Toni troppo accomodanti potrebbero sorprendere

Negli ultimi mesi, la Fed è sembrata più aggressiva e i mercati hanno elaborato questa impostazione. Tuttavia, finora nessun ha parlato di restringimento. Ciò significa che la Fed continua a sostenere una politica accomodante, liberandosi nel frattempo del programma di acquisto bond, che è diventato comunque una fonte di speculazioni. L’eliminazione di questo strumento scomodo faciliterà Yellen nel perseguire il mantenimento di una politica monetaria accomodante da parte della Fed. Ecco perché, eventuali commenti su una modifica potenziale del ritmo di acquisto degli asset (pausa nel tapering/ritmo più lento per il ritiro degli stimoli) oggi genererebbe la sorpresa più grossa. Uno sviluppo del genere scatenerebbe paure sulla salute della ripresa USA e innescherebbe un’avversione al rischio indesiderata. Lo ripetiamo, non c’è bisogno di far ripartire la volatilità per colpa del “tapering”. Anche dal punto di vista di una colomba, la strategia migliore è lasciare morire in pace il QE3. Ci aspettiamo quindi propensione al rischio se Yellen sosterrà il ritiro del QE, visto che l’arma di politica più efficace sono i tassi d’interesse. - See more at: http://it.swissquote.eu/fx/news-and-live-signals/daily-forex-news/2014/2/11?utm_source=SQEU_Newsletter&utm_campaign=IT_Newsletter&utm_term=readMore#sthash.Ufy6tmTZ.dpuf

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