I recenti dati economici non promettono nulla di buono per l'Europa: si prevede che l'economia della zona euro subirà una contrazione nel terzo trimestre e non tornerà a crescere in modo significativo.
Nonostante abbia evitato una recessione in seguito all'invasione russa dell'Ucraina, la zona euro sta lottando con diversi problemi.
L'aumento dei prezzi dell'energia, i costi di finanziamento elevati e la diminuzione della domanda nei mercati di esportazione come la Cina stanno mettendo a dura prova l'economia della regione.
L'economia europea sta attualmente attraversando una fase difficile di stallo.
Secondo l'indice flash Composite Purchasing Managers' Index (PMI) dell'eurozona, composto da S&P Global e considerato un indicatore affidabile della salute economica generale, siamo al di sotto dei 50 punti con un valore di 47,1.
Questo è un dato preoccupante che segnala una condizione economica negativa nella regione.
Il settore manifatturiero continua a essere il principale ostacolo, con una situazione di ordinazione in costante peggioramento.
A causa degli alti costi di finanziamento che influiscono sul reddito disponibile dei consumatori indebitati, molti stanno riducendo la loro spesa.
Ciò si riflette anche nell'indice delle nuove imprese nel settore dei servizi, che è sceso al 46,4 rispetto al 46,7, raggiungendo il livello più basso dal febbraio del 2021.
Secondo S&P Global, i due maggiori paesi dell'area hanno guidato la riduzione dell'attività economica.
Sebbene la crisi sia in fase di attenuazione in Germania, la situazione sta peggiorando in Francia.
È ben noto che il settore manifatturiero tedesco sta attraversando un periodo difficile di recente.
L'economia francese ha subito una battuta d'arresto, con entrambi i settori dei servizi e delle manifatture in peggioramento da novembre 2020. Si è osservata una domanda debole in tutto il paese e la fiducia per i prossimi 12 mesi è notevolmente diminuita.
L'economia francese sta andando verso tempi difficili.
Date le attuali condizioni economiche, preferisco non investire in questo momento negli indici statunitensi (US 500) ed europei (DAX), soprattutto a causa dell'aumento dell'inflazione e della politica aggressiva delle banche centrali.
Puntare sul mercato italiano è anche rischioso.
Il debito pubblico in Italia (FTSE MIB) è molto alto e sta avendo un impatto negativo sui rendimenti delle obbligazioni, influenzando i costi del debito.
Con un rapporto debito/PIL di oltre il 140%, Moody's attualmente classifica l'Italia a Baa3, a soli un gradino sopra la categoria spazzatura, con una prospettiva negativa.
Attualmente, sto concentrando i miei investimenti sul mercato asiatico, in particolare sull'indice Nikkei 225 e Hang Seng.
In Giappone, l'inflazione è sotto controllo e i tassi di interesse sono negativi.
In Cina, dopo otto anni il governo ha ripreso a comprare azioni e anche se solo leggermente, abbiamo visto un abbassamento dei tassi di interesse.
Seguo attentamente anche il Bitcoin e le aziende attive nel mining.
Con la possibile approvazione degli ETF in corso e la crescente accettazione del Bitcoin da parte delle aziende - l'ultima ad aggiungersi è stata Ferrari (BIT:RACE) - c'è una forte probabilità di vedere nuovi record dei prezzi entro il 2024.