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Quanto ancora può durare il trend positivo delle azioni?

Pubblicato 31.10.2024, 05:38
US500
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Serie di dati dell’Europa in uscita oggi. Alle 8.00 sono attese le vendite al dettaglio MoM di settembre della Germania (stima -0.8% contro +1.6% di agosto), alle 8:45 l’inflazione MoM di ottobre delle Francia (stima +0.2% contro -1.3% di settembre), alle 11:00 l’inflazione dell’Italia sempre di ottobre (stima zero contro -0.2% di settembre) e quella dell’Europa YoY (stima +1.9% contro +1.7% di settembre). L’inflazione Europea dovrebbe quindi mantenersi al disotto dell’obiettivo della BCE del 2%, così come quella di gran parte dei paesi dell’Eurozona. Questo, unito alla debole crescita economica, dovrebbe spingere la BCE sia ad essere più aggressiva sulla riduzione dei tassi sia a mettere in campo altre misure di politica monetaria al fine di stimolare in tempi rapidi l’economia reale.
 
Alle 14:30 sono attese le richieste settimanali USA alla disoccupazione (stima 231k contro 227k della scorsa settimana) e alle 14:45 il PMI Chicago di ottobre (stima 47,1 punti contro 46,6 di settembre). Il miglioramento dell’indicatore è particolarmente atteso, considerato che lo stesso opera nell’area di Chicago, incluso Illinois, Indiana e Michigan, cuore manifatturiero del Stati Uniti.
 
Ieri il PIL della Francia QoQ del 3Q24 è risultato più alto delle attese (+0.4% contro +0.3% atteso e +0.2% del 2Q24), così come più elevato è risultato quello della Spagna (+0.8% contro +0.6% atteso e +0.8% del 2Q24). Maggiore delle attese è tuttavia risultata anche l’inflazione della Spagna MoM di ottobre (+0.6% contro +0.5% attesa e -0.6% di settembre), che porta il tendenziale annuo al +1.8% (dal +1.7% atteso e +1.5% di settembre), che rimane comunque sotto l’obiettivo del 2%. Di segno contrario rispetto alle attese, il PIL del 3Q24 dell’Italia (zero contro +0.2% atteso e del 2Q24), che porta il tendenziale annuo al +0.4% (dal +0.7% atteso e +0.6% del 2Q24). Italia che vede inoltre i prezzi alla produzione YoY di ottobre scendere del 2% (-0.8% in settembre). Migliore delle attese il PIL del 3Q24 dell’Europa (+0.4% contro +0.2% atteso e del 2Q24), che porta il tendenziale annuo +0.9% (+0.8% atteso e +0.6% nel 2Q24). In crescita al 2% l’inflazione YoY di ottobre della Germania, sia rispetto alle attese (1.8%) sia rispetto a settembre (1.6%). Resta da capire se l’aumento è dovuto più all’offerta che alla domanda o viceversa. Come noto, nel primo caso poco o nulla può la BCE.
 
Possiamo a ragione, affermare che l'ottimismo sul mercato azionario statunitense è inconfondibile. L'S&P 500 ha appena registrato sei settimane consecutive di guadagni (intervallate solo dall’ultima negativa), il periodo più lungo quest'anno, nonostante le crescenti tensioni geopolitiche, la volatilità elettorale e un periodo stagionalmente più debole. Le azioni non solo hanno superato le previsioni ribassiste degli investitori all'inizio dell'anno, ma hanno addirittura superato le aspettative dei rialzisti. L'S&P 500 è salito del 21,8% finora quest'anno e ha raggiunto 47 nuovi massimi storici.
 
Il sentiment positivo degli investitori ha contribuito a spingere in avanti le azioni statunitensi. L'ultimo sondaggio sulla fiducia degli investitori dell'AAII mostra che la differenza tra rialzisti (investitori che si aspettano un rialzo delle azioni nei prossimi mesi) e ribassisti (investitori che si aspettano un calo) è stata al di sopra della media storica per 24 delle ultime 25 settimane ed è stata positiva per 26 settimane consecutive. Ci sono stati solo otto casi precedenti in cui i rialzisti hanno superato i ribassisti per più di 25 settimane nella storia del sondaggio. Questo ha suscitato alcune preoccupazioni riguardo a un possibile eccesso di ottimismo nel mercato, il che potrebbe rendere le azioni vulnerabili a una potenziale contrazione.
 
Storicamente, però, questi periodi precedenti di ottimismo netto prolungato sono durati in media 36,2 settimane, suggerendo che un livello elevato di ottimismo potrebbe persistere molto più a lungo. Per quanto riguarda la performance, i rendimenti azionari successivi a questi periodi sono stati più variabili nel breve termine, ma positivi nel lungo termine, con l'S&P 500 in rialzo nel 66,7% dei casi 12 mesi dopo, con un guadagno medio del 6%.
 
Il sentiment è aumentato in ottobre con il maggiore incremento mensile da giugno 2020, in parallelo ad un aumento dell'appetito per il rischio. Infatti, le allocazioni in liquidità dei gestori di fondi sono diminuite a tal punto da innescare un segnale contrarian di “vendita”, che storicamente ha preceduto rendimenti più deboli nel breve termine.
 
Sulla base di 11 precedenti segnalazioni di “vendita”, le azioni globali, misurate dall'indice MSCI All-Country World Index, sono diminuite in media del 2,5% e dello 0,8% rispettivamente nei mesi successivi uno e tre.
 
Il sentiment degli investitori, tuttavia, non è sufficiente da solo per valutare al massimo le prospettive delle azioni, soprattutto perché i guadagni del mercato azionario si sono basati su molto più che semplici aspettative rialziste. C'è stata una convergenza di fattori economici che ha sostenuto l'ottimismo e contribuito a mantenere il rally: una solida crescita economica e un mercato del lavoro in raffreddamento, disinflazione e un consumatore resiliente. Il contesto per condizioni finanziarie più favorevoli è migliorato anche ora che la Fed ha intrapreso un nuovo ciclo di allentamento della politica monetaria.
 
Per quanto riguarda gli investitori ribassisti, dopo un rialzo del 62,4% dell'S&P 500 dal minimo del mercato ribassista di ottobre 2022, è comprensibile che sorgano domande su quanto a lungo possa continuare questo rally. La domanda è che cosa potrebbe trattenere i ribassisti dall'abbracciare completamente il mercato rialzista. Crediamo che ci siano alcune considerazione da fare. Tra queste:
 
L'obiettivo principale riguarda le valutazioni elevate. Il rapporto P/E corretto ciclicamente (CAPE), una misura che attenua gli effetti dei cicli economici, è pari a 36,3 volte la media decennale degli utili, quasi il doppio della media storica di lungo termine di 18,4 volte. Da una prospettiva storica, il multiplo attuale appare costoso. Tuttavia, si può sostenere che negli ultimi tre decenni vi sia stato un innalzamento strutturale delle valutazioni.
 
Da un lato, dal 1994 il CAPE è stato superiore al suo valore medio storico il 97% del tempo. Dall'altro, la composizione del mercato azionario è cambiata di decennio in decennio, il che rende più difficile confrontare le valutazioni nel tempo, soprattutto considerando la maggiore quota del settore tecnologico nell'S&P 500.
 
Inoltre, storicamente la valutazione si è dimostrata un indicatore poco affidabile dei rendimenti azionari a breve termine. Prendiamo ad esempio quest'anno: alla chiusura del 2023 si poteva ragionevolmente sostenere che le azioni statunitensi apparissero sopravvalutate, con un CAPE dell'S&P 500 a 31,5 volte. Se tuttavia gli investitori avessero usato questo come motivo per non acquistare azioni quest'anno, avrebbero perso un forte aumento a due cifre.
 
L'altro punto controverso è stato l'elevata concentrazione nel mercato. Una caratteristica distintiva di questo mercato rialzista è, come abbiamo avuto modo di notare diverse volte, la scarsa ampiezza del mercato, poiché solo un gruppo ristretto di aziende legate all'intelligenza artificiale generativa ha rappresentato una quota rilevante del rally. Anche con un recente ampliamento della partecipazione al rialzo, queste aziende beneficiarie dell'intelligenza artificiale (IA) continuano comunque a dominare. Questo ha sollevato dubbi sulla sostenibilità di questa tendenza al rialzo del mercato azionario, portando alcuni investitori a fare paralleli con la bolla Dot-com dei primi anni 2000.
 
Una chiara differenza, però, tra le condizioni di mercato di allora e quelle attuali è la qualità della leadership. I titoli leader non solo hanno beneficiato delle aspettative di futuri guadagni di produttività grazie alla tecnologia IA, ma hanno anche mostrato una resilienza sostenuta dalla redditività, costante e robusta. La crescita diffusa degli utili sarà quindi un fattore importante per estendere ulteriormente questo mercato rialzista nel lungo termine.
 
I rialzisti sempre più ottimisti meritano attenzione mentre affrontiamo questa nuova fase del ciclo, ma vediamo forti motivi fondamentali che ci mantengono positivi sulle prospettive per le azioni. Continuiamo comunque a sottolineare l'importanza di un processo d'investimento disciplinato focalizzato su una sana diversificazione del portafoglio.
 
 
 
 

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