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Rally dei prezzi del greggio dopo l’accordo inaspettato fra i membri

Pubblicato 29.09.2016, 10:31

Stamattina in Asia i titoli azionari hanno compiuto un forte rally sulla scia positiva di Wall Street e sull’onda del balzo dei prezzi del greggio, dopo che i membri dell’OPEC hanno detto che sosterranno una riduzione della produzione.

Dopo mesi di discussioni accese, i ministri dell’OPEC alla fine hanno trovato un punto d’incontro, raggiungendo un accordo preliminare per ridurre la produzione in una fascia compresa fra i 32,5 e i 33 milioni di barili al giorno (ad agosto la produzione OPEC ha raggiunto i 33,69 mln di barili al giorno).

I prezzi del Petrolio Greggio hanno reagito bruscamente all’annuncio di un accordo preliminare: il West Texas Intermediate è balzato di più del 6%, a 47,20 USD al barile, e il greggio Brent ha testato il livello a 49 USD.

Tuttavia, anche se è una notizia positiva per i prezzi del petrolio, si tratta solo di un pre-accordo in cui i membri dell’OPEC hanno concordato di tagliare la produzione, senza dire chi si assumerà i tagli o come verranno divisi.

Ecco perché preferiamo rimanere prudenti sull’eventualità di una riduzione concreta della produzione, giacché in passato i membri dell’OPEC non sono stati in grado di trovare un terreno comune.

Lo yen giapponese ha fatto registrare l’andamento peggiore fra le valute G10, cedendo lo 0,85% contro l’USD. La coppia USD/JPY è salita da 100,69 a 101,75 a Tokyo, reagendo contemporaneamente all’accordo dell’OPEC, che ha spinto gli investitori verso asset a rendimento più elevato, e al brusco calo del dato sulle vendite al dettaglio.

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Nel mese di agosto le vendite al dettaglio sono calate inaspettatamente per la prima volta da tre mesi, contraendosi del 2,1% a/a, mentre il mercato aveva previsto una flessione dell’1,7%.

È davvero una brutta notizia per il paese, visto che gran parte della crescita viene generata dalla spesa dei consumatori.

Ciò spingerà al ribasso anche l’inflazione, circostanza che incoraggerebbe la BoJ ad allentare ulteriormente la sua politica monetaria.

Tuttavia, vista l’inefficacia delle molteplici misure di allentamento attuate negli ultimi mesi, dubitiamo che la banca centrale oserà aumentare gli stimoli prima di vedere gli effetti delle misure prese all’ultima riunione del 21 settembre.

Durante gli scambi notturni, i titoli azionari sono rimasti sostenuti, le piazze regionali asiatiche si sono mosse in territorio positivo.

In Giappone, il Nikkei ha guadagnato l’1,39% e il più ampio indice Topix lo 0,94%. Nella Cina continentale, gli indici compositi di Shanghai e Shenzhen sono saliti dello 0,30% e dello 0,38%, mentre, sul mercato offshore, l’Hang Seng è avanzato di un marginale 0,04%.

Sul fronte delle materie prime, il gas naturale ha guadagnato lo 0,63%, il minerale di ferro l’1,90% e il rame lo 0,90%.

Oggi gli operatori monitoreranno il tasso di disoccupazione in Danimarca; le vendite al dettaglio e l’IPC in Spagna; il tasso di disoccupazione in Germania; le approvazioni di mutui nel Regno Unito; la fiducia dei consumatori nell’Eurozona; l’IPC in Germania; le scorte dei grossisti, i consumi personali, il PCE core, il PIL e le vendite di case in corso negli USA.

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