L’opinione pubblica non è che questo: ciò che la gente pensa che gli altri pensino (A. Austin).
Tasso di disoccupazione di luglio della Germania in uscita oggi alle 9:55 (stima 5,7% invariata rispetto a giugno) e alle 10:00 tasso di disoccupazione dell’Italia di giugno dell’Italia (stima 7,7% contro 7,6% di maggio). Sempre alle 10:00 è in uscita il PMI manifatturiero di luglio dell’Europa (stima 42,7 punti contro 43,4 di giugno). Alle 11:00 è la volta del tasso di disoccupazione dell’Europa di giugno (prevista stabile rispetto al 6,5% di maggio). Alle 15.45 è la volta del PMI manifatturiero USA di luglio (stima 49 punti contro 46,3 di giugno) e alle 16:00 l’ISM manifatturiero USA di luglio (stima 46,5 punti contro 46 di giugno).
Ieri le vendite al dettaglio MoM di giugno della Germania sono risultate decisamente peggiori rispetto alle attese (-0,8% contro +0,2% stimato e +0,4% di maggio). Il PIL YoY del 2Q23 dell’Italia è risultato in frenata (+0,6%) sia rispetto alle attese (+0,9%) che rispetto al 1Q23 (+1,9%). In flessione l’inflazione YoY di luglio sempre dell’Italia rispetto alle attese (6% contro 6,1% stimato e 6,4% di maggio). Il PIL QoQ del 2Q23 dell’Europa ha fatto meglio delle aspettative +0,3% contro +0,2% stimato e zero del 1Q23, uscendo di fatto dalla fase recessiva. In marginale flessione rispetto a giugno l’inflazione (5,3% contro 5,5%) e in linea con le attese. Il PMI Chicago di luglio è risultato leggermene peggiore delle stime (42,8 punti contro 43 atteso e 41,5 di giugno).
I dati del PIL USA della scorsa settimana hanno soddisfatto tutti: La crescita rimane solida e l'inflazione continua a moderarsi. E’ innegabile che la crescita del PIL del 2Q23 ha sorpreso al rialzo, indicando un'economia che rimane al di sopra del trend. Il tasso di crescita del 2,4% è stato sostenuto dagli investimenti delle imprese e dalla ricostituzione delle scorte nelle aziende.
Da notare che i consumi personali, che sono un motore economico primario, hanno raggiunto l'1,6%, dato ancora superiore alle aspettative pari all'1,2%, ma in calo rispetto al tasso di crescita annualizzato del 4,2% dello scorso trimestre.
In generale, nonostante alcune aree di rallentamento, i dati del PIL non hanno indicato segni di recessione o di rallentamento imminenti. A nostro avviso, come abbiamo già avuto modo di dire l’economia USA potrebbe subire quella che consideriamo una "recessione mobile", in cui alcuni settori dell'economia, come quello manifatturiero e quello immobiliare, potrebbero essere in fase di discesa e di ripresa, mentre altri, come quello dei servizi, non si sono ancora raffreddati. Se lo scenario fosse corretto, implicherebbe che l'economia possa rallentare nella seconda metà dell'anno, ma la probabilità di una vera e propria recessione diminuirebbe.
Ed è forse questa la chiave di lettura del PIL di questo trimestre. L'inflazione ha continuato a moderarsi anche se la crescita è accelerata. L'indice dei prezzi del PIL è sceso al 2,2% annualizzato, contro il 3% previsto e ben al di sotto del 4,1% dello scorso trimestre. Anche l'inflazione PCE core, il parametro preferito dalla FED, si è moderata a giugno, attestandosi al 4,1% su base annua, al di sotto delle aspettative del 4,2% e del 4,6% del mese scorso. Il rallentamento dell'inflazione, e in particolare dell'inflazione di fondo, è un segnale positivo per le banche centrali e per i mercati, in quanto indica che le pressioni sui prezzi possono diminuire anche se la crescita rimane solida. O in altri termini, la crescita economica è in grado di sostenere ulteriori aumenti dei tassi.
Gli investitori si chiedono ora dove possano essere le opportunità di mercato dopo un forte rally. Dopo un aumento del 18% dell'S&P 500 dall’inizio dell’anno gli investitori potrebbero essere restii ad arricchire i portafogli. Tuttavia, riteniamo che ci siano ancora interessanti opportunità da cogliere sia nel mercato azionario che in quello obbligazionario.
Di solito, dopo un rialzo dei mercati importante, è probabile che si verifichino episodi di volatilità. Sebbene il tempismo delle correzioni di mercato sia notoriamente difficile, riteniamo che possa essere corretto in questo momento prendete in considerazione una forma di “dollar cost averaging” sui mercati nei prossimi mesi. Questo potrebbe consentire di aggiungere posizioni di qualità a prezzi più bassi.
Per quanto riguardale azioni siamo favorevoli al posizionamento per un ulteriore allargamento della leadership del mercato. Mentre le valutazioni dei cosiddetti "magnifici sette" (le società di crescita a grande capitalizzazione che hanno guidato il mercato al rialzo quest'anno) sono piuttosto tese, la valutazione del resto del mercato rimane più ragionevole. Se i tassi d'interesse e i rendimenti si stabilizzeranno e la crescita economica migliorerà nel 2024, potremmo assistere a performance migliori e forse a un'espansione delle valutazioni di questo gruppo di titoli. Siamo favorevoli ad integrare i titoli growth con quelli a piccola capitalizzazione e con settori ciclici.
Per i bond, riteniamo ancora poco opportuno un allungamento della duration. Storicamente l'estensione della duration ha funzionato meglio poco prima di grandi punti di inflessione dei tassi: il prossimo si verificherà probabilmente quando la FED si orienterà verso un taglio dei tassi (ma non siamo ancora a quel punto).