Probabilmente Nissan prenderà una quota di rilievo di Ampere.
Renault e Nissan stanno trattando una rimodulazione della loro alleanza che fra alti e bassi dura ormai da 23 anni. Lo ha confermato nei giorni scorsi a Tokio il presidente del gruppo francese, Jean-Dominique Senard, che parlando con alcuni giornalisti ha detto che fra i due gruppi c’è “un’atmosfera calorosa” e un accordo sarà annunciato “a tempo debito”.
Attualmente Nissan possiede il 15% di Renault, che ha in portafoglio il 43% della Casa giapponese. Da tempo lo squilibrio fra le due partecipazioni è vissuto con fastidio dai giapponesi. Secondo fonti interpellate dall’agenzia AFP, le trattative in corso fra i due gruppi mirano a ribilanciare l’incrocio azionario e la soluzione più probabile potrebbe essere un importante investimento di Nissan in Ampere, la nuova società del gruppo Renault per i veicoli elettrici. Raggiungere l’obiettivo, però, non è facile. Pare che la trattativa faccia fatica a trovare una soluzione sul problema di come valutare gli asset di proprietà intellettuale dei due gruppi, ovvero i brevetti nella tecnologia degli EV (veicoli elettrici).
Un’alleanza che dura dal 1999.
L’alleanza fra Renault e Nissan è in piedi dal 1999, l’anno in cui la società di Stato francese intervenne per salvare il gruppo giapponese dal fallimento. Nel corso dei decenni le relazioni fra i due gruppi non sono sempre state facili, ma subirono un autentico scossone nel 2018 quando in Giappone fu arrestato Carlos Ghosn, il manager che guidava entrambe le aziende.
Un altro punto difficile del negoziato fra Parigi e Tokio riguarda il rapporto fra Renault e la cinese Geely. Due settimane fa Renault ha annunciato il suo nuovo piano strategico che prevede la separazione del gruppo in due business diversi, con la nuova società Ampere che si occuperà di veicoli elettrici, mentre i veicoli a motore termico e ibridi saranno raggruppati sotto la divisione Power, con i marchi Renault, Dacia e Renault LCV. L’alleanza con Geely riguarda le attività di Power: nascerà una nuova entità che unirà i business dei due soggetti (50% e 50%) con un fatturato atteso di oltre 15 miliardi di euro e un volume di 5 milioni di unità all’anno. A Tokio la joint venture con Geely starebbe sollevando dubbi soprattutto per quanto riguarda il coinvolgimento di Nissan nei futuri trasferimenti di tecnologia alla casa automobilistica cinese.
Le strategie di crescita in India.
Il negoziato sul ribilanciamento strategico dell’alleanza non è d’ostacolo a un importante passo congiunto di Renault e Nissan, che si apprestano ad annunciare un investimento comune da 500 milioni di dollari in India per installare una nuova piattaforma produttiva, chiamata CMF-B, con la quale produrre modelli di entrambe le case. La notizia è stata riportata due giorni fa da Autocar Professional, una pubblicazione indiana specializzata sul settore automobilistico. La stessa Autocar Professional sottolinea che Renault è uscita dalla Russia dopo l'invasione dell'Ucraina e l'India è destinata a trarre vantaggi da questa situazione, con la ridistribuzione degli investimenti precedentemente pianificati. Inoltre, qualche anno fa Renault è uscita anche dalla Cina, il che significa che l'India è diventata per il gruppo francese una priorità ancora maggiore.
Margini Renault in netto miglioramento.
Renault vanta una delle migliori performance di Borsa dall’inizio del 2022 all’interno del settore automotive, con un rialzo del 12%.
Secondo il consensus degli analisti, il bilancio del 2022 si chiuderà con un fatturato di 44,6 miliardi di euro e una perdita di 500 milioni. In netto miglioramento il margine operativo (Ebit in percentuale dei ricavi), che dovrebbe raggiungere il 5% dal 3,6% dell’anno precedente. La media delle stime degli analisti prevede un ulteriore miglioramento del margine al 6% nel 2023, con un utile netto di 2,2 miliardi. L’attuale capitalizzazione di 9,1 miliardi di euro è pari a 4,1 volte gli utili previsti per il 2023.
Su 20 analisti che coprono il titolo, 11 consigliano di comprare le azioni Renault (due le raccomandazioni Sell) e il target price medio è 42 euro, più alto del 23% rispetto al prezzo di chiusura di giovedì 24 novembre (34,27 euro).