Mobilize cercherà partnership nelle nuove tecnologie e nei servizi.
Uscita finanziariamente ammaccata dalla Russia di Putin, Renault (EPA:RENA) ritorna sotto i riflettori con due novità in grado di richiamare l’attenzione degli investitori. La settimana scorsa la Casa francese ha annunciato i suoi programmi per raggruppare in una società a sé stante il business dell’auto elettrica. Lo spin-off dovrebbe diventare operativo nel 2023 con la creazione di un’azienda in cui confluiranno circa 10mila degli attuali 160mila dipendenti del gruppo. La nuova società si chiamerà Mobilize e avrà caratteristiche adatte “per realizzare partnership con altre aziende nel campo delle nuove tecnologie e dei servizi”, si legge nel comunicato di Renault.
Nella necessaria vaghezza di un progetto che deve ancora essere definito nei dettagli, un punto è ben chiaro: Mobilize svolgerà il 100% della sua attività in Francia. Al contrario, per il futuro delle auto a motore termico (Ice) e ibrido, Renault dice di avere allo studio combinazioni per sviluppare il business al di fuori dei confini francesi.
Il Ceo de Meo prevede che dal 2030 Renault costruirà solo Ev.
La logica del piano è evidente: fare emergere il prima possibile il maggiore valore delle auto elettriche, puntando a valutazioni di Borsa simili a quelle di Tesla (NASDAQ:TSLA), e contemporaneamente uscire gradualmente dalla costruzione di auto a combustione interna. Nei piani del Ceo, l’italiano Luca de Meo, Renault diventerà un costruttore puro di veicoli elettrici nel 2030. Per un’azienda che ha come primo azionista il governo di Parigi con il 15% del capitale, è di importanza fondamentale garantire che lo sviluppo del business a maggior valore resterà in Francia.
Il progetto è piaciuto al mercato finanziario. La settimana scorsa l’azione Renault ha guadagnato il 2,4% mentre l’indice Cac40 della Borsa di Parigi ha perso l’1,2%. Al prezzo attuale di 24,07 euro, Renault registra un calo dall’inizio dell’anno del 23%, sostanzialmente in linea con le performance delle concorrenti europee Volkswagen (ETR:VOWG) (-19%) e Stellantis (BIT:STLA) (-22%) e decisamente meglio delle americane GM e Ford, entrambe in calo del 39%.
Lo spin-off elettrico già annunciato anche da Volvo e Ford.
Renault non è la prima grande Casa automobilistica tradizionale ad annunciare lo spin-off del business elettrico. Prima di lei si è mossa su questa strada Ford, che ha creato due marchi distinti: Ford Model per gli EV e Ford Blue per le Ice. Ma lo spin-off in sé non è una garanzia di successo: in Svezia la nascita di Polestar, nuovo marchio delle auto elettriche di Volvo, è stata aspramente criticata per la mancanza di una chiara politica di posizionamento del brand.
Si sa che il management di GM sta valutando una mossa simile, ma con molte perplessità per le possibili ricadute finanziarie, dovute principalmente al fatto che gli Ev e le auto convenzionali hanno in comune una grande quantità di componenti. La giapponese Nissan, di cui Renault è il primo azionista con il 46%, ha detto che non intende seguire l’esempio del partner francese perché “è troppo presto” per separare il business degli Ev.
Presentata la nuova “Scenic Vision”, un Suv a idrogeno.
La seconda novità di Renault è l’accelerazione verso l’idrogeno. Giovedì 19 maggio la Casa francese ha presentato un Suv equipaggiato con un motore elettrico che riceve l’elettricità da un sistema a celle combustibili alimentato a idrogeno. Per questo veicolo è stato rispolverato un nome che nella storia di Renault ha avuto un grande successo, “Scenic Vision”. Il Suv a idrogeno avrà un’autonomia di 800 km utilizzando una batteria che pesa la metà di un’auto elettrica convenzionale. La sua impronta carbonica, dice Renault, sarà meno di un quarto di un veicolo elettrico convenzionale. Piccolo particolare, la Scenic Vision a idrogeno non sarà disponibile prima del 2030-2032. Intanto, chi vorrà il nuovo Scenic Vision lo potrà comprare dal 2024 con motore elettrico “tradizionale”.
Definita l’uscita dalla Russia: in arrivo maxi-svalutazione da 2,2 miliardi.
La settimana scorsa Renault ha firmato i contratti con cui cede tutte le sue attività in Russia. In seguito a questa operazione Renault nel secondo trimestre registrerà una maxi-svalutazione di circa 2,2 miliardi di euro. Il broker Stifel giudica che i dettagli della cessione corrispondono a quanto il management aveva già annunciato nelle precedenti settimane, per cui non ci sono ulteriori sorprese negative. Secondo Stifel il titolo dovrebbe potere continuare sulla strada del recupero, dopo avere toccato agli inizi di marzo il minimo di 20,46 euro a causa delle conseguenze dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. L’anno scorso la Russia ha rappresentato il secondo mercato per Renault con la vendita di circa 482mila auto e un fatturato di 2,8 miliardi di euro su 46,2 miliardi di fatturato complessivo del gruppo.
La raccomandazione di Stifel è Buy con target price di 55 euro. Dei 22 analisti che coprono il titolo, 10 hanno un giudizio Buy, tre consigliano di vendere e nove sono netrali. La media dei target price è 35 euro, un prezzo più alto del 46% rispetto alla quotazione attuale.