Licenziamenti e fabbriche che chiudono. Questa ad oggi è la situazione del settore dei trasporti che sta attraversando una crisi profonda. E tutto sta avvenendo mentre il settore è chiamato a compiere un passaggio determinante, definitivo, dal motore endotermico ai veicoli a batteria (veicoli elettrici).
Se guardiamo la produzione di veicoli globale è passata dai 58 milioni del 2000 agli 85 milioni del 2022. Ma allo stresso tempo la produzione nell’UE ed extra (USA, Canada e Messico) è scesa da 36 a 28 milioni, con un evidente calo in termini assoluti e percentuali, e con la quasi totalità della nuova domanda di automobili coperta dalla Cina, la cui produzione è schizzata, passando da 2 a 27 milioni di veicoli nel giro di due decenni.
Inoltre, la Cina guidata da Xi Jinping ha ampliato la sua quota di mercato del 4% e arrivando a controllarne il 30%. La perdita dell’Europa non si può mettere in relazione alla transizione verso l’elettrico. I dati incerti sulle vendite di veicoli elettrici nel 2024 hanno solo accelerato questo processo, con le case automobilistiche che chiedono di rivedere i target previsti per il prossimo anno. Ma c’è un ulteriore elemento che sta gravando sull’Europa: la produzione sempre minore di auto di piccole dimensioni e a prezzi più accessibili.
Basti pensare che la quota di mercato dei marchi come Mercedes, Bmw e Audi è cresciuta del 50%. Nello stesso periodo marchi come Renault (EPA:RENA), Peugeot, Citroen, Fiat, Ford e Toyota hanno perso il 20% della quota di mercato. Questo ha senso se messo in relazione al prezzo medio in Europa che è aumentato del 66% negli ultimi vent’anni.
L’obiettivo per il settore automotive europeo resta quello del 2035: stop alla vendita di nuove auto a benzina e diesel. Ma a chiedere modifiche ci sono diversi governi, a partire da quello italiano.
Le ultime notizie di ottobre, hanno visto il governo italiano tagliare oltre 4,6 miliardi di euro dal “fondo automotive” destinato all’adozione di misure a sostegno della riconversione della filiera, secondo quanto reso noto dall'Anfia (l’associazione nazionale della filiera industria automobilistica). Ciò, mentre la frattura con Stellantis (BIT:STLAM) è sempre più evidente anche se Elkann ha ribadito “la disponibilità a un dialogo franco e rispettoso”.
Intanto la Commissione europea ha deciso di imporre in via definitiva i dazi aggiuntivi fino al 35,3% sulle auto elettriche importate dalla Cina. E in risposta quest'ultima ha fatto sapere di aver deferito la questione all'Organizzazione mondiale del commercio (Omc). L'accusa nei confronti di Bruxelles è di aver imposto tasse "protezionistiche" sulle auto elettriche importate dal Paese asiatico.
L'Ue intende così tutelare l'industria automobilistica europea che si trova in una crisi profonda. Detto ciò, vediamo quali sono i titoli che potrebbero registrare una performance media del +25% nei prossimi mesi, secondo il target degli analisti:
- Toyota Motor
- Volkswagen (ETR:VOWG)
- BYD
- Mercedes Benz
- BMW
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Inseriamoli nelle watchlist PRO ordinandoli in base al presunto rialzo degli analisti
Mentre, andando nella sezione "analisi" la performance dei 10 titoli messi insieme, degli ultimi 5 anni è stata molto positiva ma allo stesso nell'ultimo anno hanno sottoperformato il loro benchmark, di conseguenza potrebbero avere ancora spazio al rialzo. La distribuzione media dei possibili target al rialzo attraverso i modelli di investimento utilizzati da Investing Pro per individuare il Fair Value è del +7% circa.
Inoltre classificandoli in base al tasso di crescita, notiamo come il miglior titolo Toyota sia al tempo stesso tra quelli più sottovalutati, confermando in un certo senso i possibili rialzi segnalati dagli analisti (vedi watchlist).
Significa che il suo prezzo è aumentato notevolmente negli ultimi anni. Questo è generalmente considerato un segnale positivo e una risposta positiva del mercato alle strategie della società. A confermare il possibile trend rialzista di Toyota c'è l’Health Score (salute finanziaria), un indicatore che riassume migliaia di dati di bilancio in una semplice valutazione, e applicato al titolo ci dice che presenta una performance finanziaria “buona” con un punteggio di 3 su 5.
Gli abbonati di InvestingPro hanno potuto seguire lo sviluppo delle previsioni degli analisti intervistati, con il nuovo strumento che monitora le proiezioni creando uno storico dettagliato che compara i target con le quotazioni in tempo reale.
Per quanto riguarda il target price risulta evidente che siano rialzisti sul titolo, a 226,94 dollari. Nonostante la forte tendenza ribassista registrata da maggio 2024 il target è rimasto sostanzialmente stabile tra i 224 dollari ed i 234 dollari.
Se consideriamo gli indicatori più conosciuti, possiamo notare che Toyota vale oggi 0,7x il suo fatturato rispetto al 0,9x del settore, e il rapporto Prezzo/utile a cui è scambiato il titolo è pari a 6,9x contro una media di settore di 10,4x, il che evidenzia una sottovalutazione rispetto al settore. Infatti, il rapporto P/E misura il prezzo che si paga per ogni unità di utili aziendali. Quando questo rapporto è basso rispetto alla crescita degli utili, sta a significare che la società è a sconto.
Non è un segreto che il divario tecnologico tra Occidente e Cina si stia ampliando. Allo stesso modo, la Cina ha ora il mercato EV più avanzato e maturo, creando un ambiente competitivo che si traduce in scalabilità e costi inferiori per il consumatore finale. Ma allo stesso tempo, la scommessa di Toyota sugli ibridi invece che sui veicoli elettrici si sta trasformando in un enorme successo.
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"Quest'articolo è stato scritto a titolo esclusivamente informativo; non costituisce sollecitazione, offerta, consigli, consulenza o raccomandazione all'investimento in quanto tale non vuole incentivare in nessun modo l'acquisto di assets. Ricordo che qualsiasi tipo di asset, viene valutato da più punti di vista ed è altamente rischioso e pertanto, ogni decisione di investimento e il relativo rischio rimangono a carico dell'investitore".