Market Brief
Dopo il rally durato due settimane, i mercati azionari globali vacillano perché aumentano i dubbi. Gran parte degli indici azionari asiatici è tornata sui livelli precedenti al dato NFP e ora ci si chiede se ci sia ancora un po’ di potenziale al rialzo, dopo che i dati commerciali cinesi hanno mostrato che la seconda economia al mondo non è più il motore della crescita globale che era in passato. Le importazioni continuano a calare drammaticamente, in yuan la contrazione è pari al 17,7% a/a, rispetto al -16,5% previsto e al -14,3% di agosto. Le esportazioni hanno invece superato lievemente le attese, attestandosi al -1,1% a/a, a fronte del -7,4% delle previsioni medie e al -6,1% del mese precedente. Nel resto del mondo, già ieri i rendimenti azionari sono stati contrastati, metà degli indici europei si è mossa in territorio negativo. A Wall Street, le azioni sono salite leggermente in condizioni di scarsa liquidità, ma i titoli legati all’energia e ai materiali hanno sentito la pressione dovuta al crollo dei prezzi delle materie prime. Stamattina i metalli limano le perdite: l’oro al -0,68%, l’argento al -0,60%, il palladio al -0,05% e il platino al -1,13%. Il rame cede lo 0,90%, l’alluminio lo 0,95% e il minerale di ferro l’1,83%. Sull’onda dei dati cinesi, le borse regionali asiatiche si muovono per lo più in territorio negativo. Il Nikkei giapponese ha ceduto l’1,06%, mentre il più ampio indice Topix è scivolato dello 0,79%. Nella Cina continentale, le azioni resistono sulla scia delle cifre incoraggianti riferite alle esportazioni cinesi: il Composite di Shanghai guadagna lo 0,11%, quello di Shenzhen lo 0,91%. In Australia, l’indice S&P/ASX ha ceduto lo 0,57%, in Nuova Zelanda le azioni sono salite dello 0,23%, mentre il Kospi sudcoreano ha perso un esiguo 0,13%. Le valute legate alle materie prime hanno parzialmente cancellato i guadagni precedenti: l’AUD/USD cede lo 0,56%, la coppia NZD/USD lo 0,48%, il dollaro canadese ha perso lo 0,34% contro il biglietto verde, soprattutto a causa della flessione dei prezzi del greggio. L’AUD/USD non è riuscito a bucare la forte resistenza che giace intorno a 0,74 USD. Al ribasso, la coppia troverà supporto a 0,7165 (minimo 8 ottobre) e 0,6937 (minimo 29 settembre). In Europa, i futures sugli indici azionari si muovono senza una direzione precisa, oscillando fra perdite e guadagni. Il Footsie è in leggerissima flessione, pari al -0,02%, il DAX guadagna lo 0,34% e l’SMI un esiguo 0,16%. In Francia, il CAC è in calo del -0,21%. Nel complesso, in Europa i titoli azionari perdono un marginale 0,19%. L’EUR/USD resiste fra 1,13 e 1,14, gli investitori attendono il rapporto sull’inflazione USA in uscita mercoledì. Si osserva un supporto a 1,1327 (38,2% di Fibonacci sulla svalutazione di agosto-settembre), mentre al rialzo la soglia a 1,14 costituisce la resistenza più vicina, cui ne segue una più forte a quota 1,15 (soglia psicologica). Oggi gli operatori monitoreranno le cifre sull’inflazione da Svezia e Regno Unito; le aspettative misurate dal sondaggio ZEW in Germania; i discorsi dei banchieri centrali: Bullard (Fed), Haldane (BoE) e Wheeler (RBNZ).
Arnaud Masset, Market Strategist,
Swissquote Europe Ltd