Buongiorno ai Lettori di Investing.com.
Mentre le tensioni commerciali continuano a crescere, pare che gli operatori finanziari stiano vedendo il bicchiere mezzo pieno mantenendo un sentiment positivo.
Le nuove tariffe USA per un ammontare di 200 miliardi di dollari al 10% sui prodotti cinesi ha prodotto la contromossa della Cina che ha annunciato a partire dal 24 settembre 60 miliardi di tariffe tra il 10 e il 25% sui prodotti provenienti dagli Stati Uniti. Stati Uniti che dal canto loro dovrebbero incrementare al 25% dal 1 gennaio 2019 in modo da dare tempo alle parti di trovare un eventuale accordo.
Si temeva una risposta negativa da parte dei mercati e invece abbiamo avuto una risposta contraria ovvero azionario in crescita in Asia negli Stati Uniti è anche in Europa, mentre lo yen è la valuta che perde maggiormente.
In tutto questo contesto il rendimento dell'obbligazione con scadenza 10 anni degli Stati Uniti è cresciuto di cinque punti base, tuttavia c'è una disconnessione sostanziale nei differenziali di rendimento rispetto a valute come l'euro e la sterlina.
Anche l'apprezzamento dell'oro è un'altra indicazione della voglia di rischio da parte degli operatori, voglia che si riflette anche in altre materie prime basti osservare ad esempio il Future Rame in apprezzamento negli ultimi giorni. Proprio l'apprezzamento della materie prime sta aiutando le valute come il dollaro australiano.
Nel frattempo il meeting della Banca centrale giapponese non ha evidenziato cambiamenti di politica monetaria mantenendo i tassi di riferimento negativi.
Wall Street ha terminato la sessione di ieri in territorio positivo con l'indice SP 500 a +0,5% ovvero 2904 punti. Durante la sessione asiatica i futures hanno incrementato i guadagni contribuendo all'ottima performance dell'indice Nikkei che ha chiuso con oltre un punto percentuale di guadagno. Sull'Europa al momento la reazione è meno vivace ma siamo ancora alle prime battute.
Per quanto riguarda il calendario economico oggi ci aspettiamo dei dati più importanti, in modo particolare alle ore 10:30 verranno rilasciati i dati sull'inflazione nel regno unito per i quali ci si attende una contrazione di 1/10 di punto percentuale. Sul core si dovrebbe passare dall'1,9% precedente all'attuale 1,8%. Nel primo pomeriggio attenzione a qualche dato relativo al mercato immobiliare degli Stati Uniti, ma soprattutto alle 16:30 gli operatori si concentreranno sulle scorte di petrolio che dovrebbero registrare un dato di -2,5 milioni di barili (-5,3 milioni la scorsa settimana), i distillati +0,4 milioni (+6,2 milioni la scorsa settimana) e la benzina -0,4 milioni (+1,3 milioni la scorsa settimana).