Giovedì le azioni di Hong Kong sono scese al livello più basso in oltre 13 anni. L'indice Hang Seng è sceso del 3% fino a un minimo di 16.010,72. Il CSI 300 cinese ha perso fino all'1,3%.
Il declino ha seguito il discorso politico inaugurale del leader di Hong Kong John Lee mercoledì, in cui ha svelato le misure per attrarre affari e talenti internazionali, ma si è fermato prima di eliminare i viaggi in entrata o le restrizioni sul distanziamento sociale.
Gli investitori hanno anche seguito da vicino il congresso del Partito comunista cinese, che alcuni analisti speravano potesse includere l'annuncio di uno stimolo economico o un allentamento della strategia zero-Covid del presidente Xi Jinping.
Quest'anno le azioni di Hong Kong hanno sottoperformato anche i mercati statunitensi ed europei, proseguono infatti le tensioni tra Pechino e Washington sul commercio e l'accesso ai report delle società. Inoltre la politica zero-Covid che limita l'economia cinese ha danneggiato ancor più le quotazioni. Anche le azioni quotate nel territorio hanno risentito di una repressione del settore tecnologico e del crollo del settore immobiliare nella terraferma.
Nei mercati valutari, lo yen è stato scambiato brevemente al di sopra di 150 rispetto al dollaro, un nuovo massimi da 32 anni.
L'approccio estremamente accomodante della BOJ alla politica monetaria e i contrastanti aumenti dei tassi di interesse da parte di altre banche centrali globali hanno portato la valuta giapponese a scendere di oltre il 20% quest'anno. Attesa un'azione d'emergenza degli organi politici, per calmierare il crollo della valuta, proprio come accaduto qualche settimana fa.