- La catena di caffetterie globale affronta crescenti problemi negli USA e all’estero, con rischi per la crescita a breve termine
- Cambio di gestione, pressioni inflazionarie, incertezze per la nuova direzione hanno spinto qualche analista ad abbassare il rating sul titolo SBUX.
- Questi problemi probabilmente persisteranno sul breve termine, mantenendo SBUX sotto pressione
Sembra non esserci fine per l’attuale tonfo di mercato del titolo Starbucks (NASDAQ:SBUX). La catena globale di caffetterie è tra gli operatori multinazionali di ristoranti con la performance peggiore a Wall Street quest’anno, il che ha messo in evidenza i suoi molti problemi a breve e lungo termine.
Le azioni del colosso di Seattle ieri hanno chiuso ad 80,92 dollari, proseguendo la brusca inversione dal picco dell’estate, quando avevano segnato il massimo storico di 126,32 dollari. Sull’anno in corso, la società ha perso il 30% del suo valore di mercato.
L’ultimo round di vendite è arrivato dopo che il fondatore dell’azienda, Howard Schultz, ha sospeso il piano di riacquisto azioni all’inizio del mese, affermando di aver bisogno della liquidità per i negozi ed i dipendenti.
Schultz, che ha annunciato il suo ritorno nel gigante delle caffetterie il mese scorso, si trova a dover affrontare i tentativi di sindacalizzazione nei punti vendita USA ed il ritorno del COVID-19 in Cina, il secondo principale mercato della compagnia.
Questi problemi vanno ad aggiungersi ad un macro-contesto già ostile. Con il tasso di inflazione più alto in quattro decenni negli USA, nonché la guerra in Ucraina, i prezzi di alimentari e caffè stanno salendo, pesando sui margini di profitto di Starbucks.
Inoltre, a febbraio, la catena ha subìto un’impennata dei costi per pagare gli isolamenti e la formazione dei dipendenti, nonché gli intoppi nell’approvvigionamento per via della pandemia.
Queste difficoltà sono emerse nell’ultimo report sugli utili della compagnia, quando Starbucks ha considerevolmente deluso le stime degli analisti.
Troppa incertezza
La società ora stima che gli utili per azione scendano tra il 4% ed il 6% nell’attuale anno fiscale, contro la previsione precedente di un calo del 4% o meno. Le stime di Bloomberg indicano una riduzione del margine operativo al 16,3% in quest’anno fiscale, in calo dal 16,8% dello scorso anno.
In Cina, le restrizioni governative ed il ritorno del virus stanno danneggiando la crescita. Nel primo trimestre fiscale della compagnia, le vendite comparabili nella regione sono scese del 14% rispetto al calo previsto del 9,3%.
Il cambio di gestione, le pressioni inflazionarie e le incertezze per la nuova direzione della società sono alcuni dei fattori che stanno spingendo gli analisti ad abbassare il rating su SBUX ultimamente.
In un sondaggio di Investing.com su 35 analisti, 17 non consigliano di comprare il titolo.
Fonte: Investing.com
In una nota di ieri, Citi ha abbassato il rating su SBUX a neutral, spiegando che c’è troppa incertezza intorno alla società per scommettere sul titolo. La nota aggiunge:
“Oltre a pressioni per inflazione e rischi, cambi di gestione e sindacalizzazione potrebbero essere legati ad ulteriori investimenti dei partner e le nuove iniziative di ESG all’orizzonte presentano ulteriori incognite per le stime future. Omicron e i lockdown in Cina probabilmente limiteranno le sorprese positive sul breve periodo e sembra giusto che le azioni siano scambiate vicino ai minimi rispetto all’indice S&P 500”.
Anche Wedbush ha abbassato il rating su Starbucks in una recente nota, parlando della mancanza di nuovi sviluppi che potrebbero spingere su il titolo. Nella nota si legge:
“Sebbene crediamo che i rischi siano integrati nella valutazione, ora non vediamo molti fattori positivi nell’immediato futuro, fino a quando Howard Shultz non finirà di delineare quella che sembra essere una nuova direzione più significativa per SBUX rispetto a quella che ci aspettavamo e non comunicherà il nuovo corso agli azionisti”.
Morale della favola
Starbucks continua ad affrontare incertezza, con i costi in aumento ed i margini sotto pressione. Queste pressioni probabilmente persisteranno in quest’anno fiscale, privando il titolo di qualunque rialzo significativo sul breve termine.