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Stellantis meglio delle attese. La magia di Tavares si chiama dollaro

Pubblicato 05.05.2022, 12:14
Aggiornato 05.03.2021, 16:55

La quarta Casa automobilistica a livello globale ha chiuso il primo trimestre con un calo del 12% delle auto vendute e un aumento del 12% dei ricavi. Il titolo è fra i più convenienti nel comparto automotive, con un P/E 2022 di solo 3,1 volte, contro le 4,6 volte di Volkswagen (ETR:VOWG) e le 6,6 volte di GM.

I conti beneficiano del rialzo del dollaro che è salito del 7% da inizio anno.

Vendere il 12% di auto in meno e incassare il 12% in più. E’ soprattutto il rialzo del dollaro che ha permesso a Carlos Tavares, Ceo di Stellantis (BIT:STLA), di compiere questa “magia” nel primo trimestre 2022. Se la quarta Casa automobilistica a livello globale ha presentato oggi risultati migliori delle attese per il periodo gennaio-marzo, una parte significativa del merito va al rialzo del dollaro nei confronti dell’euro (+7,3% dall’inizio dell’anno). I ricavi netti sono saliti a 41,5 miliardi di euro, in crescita appunto del 12% sui risultati pro-forma del primo trimestre 2021 (la fusione fra Fca e Peugeot è diventata operativa dal 17 gennaio 2021). Il consensus degli analisti riportato da Market Screener si aspettava ricavi a 36,7 miliardi di euro.
Nei primi tre mesi dell’anno Stellantis ha venduto 1.374.000 veicoli, il 12% in meno dello stesso periodo del 2021. Il calo, si legge nel comunicato dell’azienda, è dovuto principalmente “alla mancata evasione di ordini per l’approvvigionamento di semiconduttori”. Quindi è stata la crisi dei chip che ha bloccato le linee di montaggio e ha limitato il numero delle auto vendute.

La crisi dei chip ha pesato sulle vendite in Europa (-24%).


Ma la carenza di semiconduttori non ha colpito ovunque nello stesso modo. In Nord America, principale mercato di Stellantis (45% dei ricavi del gruppo nel 2021), il numero delle auto vendute (480mila) è cresciuto del 6% grazie all’ottimo andamento del marchio Jeep e in particolare di due modelli: la nuova Jeep Grand Cherokee e la nuova Wagoneer. Grazie all’apprezzamento del dollaro, i ricavi tradotti in euro sono saliti del 30% a 20,7 miliardi.
Tutt’altra musica in Europa (39% dei ricavi del gruppo), dove il numero delle auto vendute è drasticamente sceso del 24% (622mila) e i ricavi si sono ridotti del 9% a 14,6 miliardi di euro. Il dato positivo in Europa è il miglioramento del cosiddetto “vehicle mix”, che ha visto aumentare il prezzo medio dei veicoli venduti grazie all’apporto dei modelli elettrici e ibridi. In particolare sono andate bene le vendite della nuova Opel Mokka, della DS4 e del furgone Scudo.
Notizie positive dal SudAmerica, dove a fronte di un calo dei veicoli venduti (-8% a 174mila) Stellantis ha realizzato un aumento dei ricavi del 40% a 2,9 miliardi di euro. Anche qui una fetta importante della “magia” è legato all’andamento delle valute, con il real brasiliano che dall’inizio dell’anno è salito del 21% nei confronti dell’euro.

Confermate le indicazioni per l’intero 2022.


Stellantis ha confermato le indicazioni per l’intero 2022, in particolare quelle basate sulla redditività del gruppo che si aspetta di chiudere il bilancio con un margine operativo superiore al 10%. Il consensus degli analisti si aspetta un utile operativo pari all’11% dei ricavi, stimati a 165,1 miliardi di euro (+8,5%). Certo, bisognerà vedere come giocherà il cambio delle valute nei prossimi otto mesi dell’anno.
In Borsa il titolo reagisce bene stamattina con un rialzo dell’1,5% a 13,00 euro (quando l’indice milanese FtseMib sale dell’1%). Dall’inizio dell’anno l’azione Stellantis è scesa del 24% e rispetto a 12 mesi fa ha perso l’11%.
Oggi Stellantis è in assoluto il titolo più a buon mercato fra le grandi Case automobilistiche. Al prezzo attuale la società capitalizza 40,1 miliardi di euro, che corrisponde a solo 3,1 volte l’utile previsto per il 2022 (13,1 miliardi). La società ha appena pagato un dividendo di 1,04 euro e il consensus si aspetta per l’anno prossimo un aumento della cedola a 1,20 euro, che corrisponde a un rendimento del 9,3% sul valore attuale dell’azione.
Al confronto, Volkswagen è scambiata oggi a un P/E 2022 di 4,6 volte e il dividendo previsto offre un rendimento del 5,9%. General Motors (NYSE:GM) tratta a un P/E di 6,6 volte e Ford a un P/E di 16,5 volte.

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