Il gruppo leader globale dei tubi per l’industria petrolifera festeggia a New York i 20 anni di quotazione al NYSE. L’appuntamento con analisti e investitori arriva nel momento di massima incertezza degli scenari futuri, che si tratti di Oil o di transizione energetica.
Titolo in rialzo del 48% dall’inizio dell’anno.
Spinta dagli alti prezzi del petrolio, Tenaris (BIT:TENR) ha guidato la corsa dei titoli del settore Energy mettendo a segno dall’inizio dell’anno un rialzo del 48%, più che doppio rispetto alla performance dell’indice europeo Stoxx 600 Europe Oil & Gas (+20%), e in linea con il movimento dell’americano Dow Jones Oil & Gas Index.
La società leader a livello mondiale nella produzione di tubi per l’industria petrolifera sta beneficiando della ripresa degli investimenti del settore e ha chiuso il secondo trimestre con risultati ampiamente migliori delle stime degli analisti. I dati presentati all’inizio di agosto hanno mostrato un utile più che raddoppiato rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (+118% a 634 milioni di dollari) e il fatturato ha segnato un netto rialzo (+83% a 2,8 miliardi), grazie all’ulteriore aumento dei prezzi in Nord America, alla ripresa dei volumi in Medio Oriente e all’incremento delle vendite in Sud America.
Il rincaro dell’energia pesa sui margini.
Dopo tanto brillare, per gli investitori è arrivato il momento dell’inquietudine. Il rincaro dell’energia si farà inevitabilmente sentire sui costi di produzione e lo scenario geopolitico tremendamente complesso rende difficile capire quanto durerà il ciclo degli investimenti nel settore Oil, che è appena ripartito dopo anni di forte contrazione.
Per questi motivi assume un’importanza cruciale l’appuntamento del prossimo 30 settembre, giorno in cui Tenaris ha convocato a New York investitori e analisti per festeggiare i 20 anni di quotazione al Nyse (New York Stock Exchange). La relazione del presidente e Ceo Paolo Rocca farà il punto sulla strategia del gruppo e sulle nuove iniziative nell’ambito della transizione energetica.
Per gli analisti possibile un altro rialzo del 14%.
Gli analisti mantengono in prevalenza un orientamento positivo sull’azione, con il consensus che indica un target price medio di 16,20 euro, più alto del 14% rispetto all’attuale quotazione di 14,20 euro. Su 13 analisti censiti da Market Screener, nove hanno una raccomandazione positiva (Buy o Outperform) e tre consigliano di vendere.
Analizzando le prospettive di Tenaris, il punto di partenza sono le previsioni di investimento nel settore Oil. Il primo elemento da tenere conto, positivo, è che le aziende del settore sono piene di soldi: il reddito netto dei produttori mondiali di petrolio e gas è destinato a raddoppiare nel 2022, raggiungendo la cifra senza precedenti di 4.000 miliardi di dollari.
La domanda da transizione energetica vale 350 miliardi.
Dall’altro lato, lo scenario economico globale soffre di una cappa di incertezza che rende difficile la pianificazione strategica di imprese globali. Dicono gli uomini di Tenaris: “Sebbene la crescita economica globale rallenti e le banche centrali aumentino i tassi di interesse per contenere le pressioni inflazionistiche, i prezzi del petrolio e del gas rimangono elevati e i quelli del gas e dell'energia elettrica in Europa hanno raggiunto livelli senza precedenti. La guerra in Ucraina prosegue e l'impatto di ulteriori sanzioni sulle esportazioni di petrolio russo, così come la riduzione dei flussi di gas russo verso l'Europa, hanno aumentato l'incertezza del mercato”.
Altro elemento di incertezza è l’evoluzione della domanda legata alla transizione energetica. Tenaris da tempo si sta proponendo come protagonista dell’energy transition. Recentemente ha acquisito una commessa da 15mila tonnellate per fornire tubi legati al progetto di carbon capture di Equinor, nel Mare del Nord.
In generale, lo spettro d’applicazione dei prodotti del gruppo nel mondo non-oil è ampio. Si va dall’idrogeno - per il trasporto del quale l’italiana TenarisDalmine già produce maxi-bombole in acciaio speciale, ma che in futuro potrebbe avere anche bisogno di pipe-line - fino al geotermico.
“Si tratta di nicchie - spiega il Ceo di TenarisDalmine Michele Della Briotta -, ma che stanno crescendo a una velocità molto rapida. Abbiamo individuato circa 350 progetti di energy transition nel mondo che, da qua al 2030 potranno potenzialmente vedere l’utilizzo dei nostri prodotti, per un controvalore di 350 miliardi di dollari”. Bisogna considerare che il comparto oil&gas offshore cuba oggi circa 250-300 miliardi all’anno. L’effetto sostituzione è ancora lontano, ma senza dubbio la strada è stata imboccata e il 30 settembre questo sarà uno dei temi caldi all’Investor Day di New York.