Investing.com – Il 2024 è stato un anno nero per Stellantis (BIT:STLAM), con la produzione in Italia che è crollata del 45,7% rispetto al 2023, fermandosi al di sotto dei 300 mila veicoli (283.090). Un dato così basso non si registrava dal 1956.
È quanto emerge dal consueto report della Fim-Cisl, presentato oggi a Torino.
Colpiti 20 mila lavoratori
I numeri confermano un declino già evidente nei fatti, con il gruppo che quest’anno ha fatto ricorso più volte ad ammortizzatori sociali e chiusure.
Per la prima volta, tutti gli stabilimenti di Stellantis sono in negativo, con perdite che vanno dal -21,9% di Pomigliano (il sito con il minor calo produttivo) al -63,5% di Melfi e al -63,9% di Mirafiori (i peggiori).
La crisi, secondo il segretario generale di Fim-Cisl, Ferdinando Uliano, ha coinvolto “quasi 20 mila lavoratori”.
Nessun miglioramento nel 2025
E quest’anno, come spiegato recentemente dal responsabile europeo di Stellantis, Jean-Philipe Imparato, al ministro del Mimit, Adolfo Urso, la situazione in termini di volumi non subirà significative modifiche nel corso del 2025 “perché i nuovi lanci produttivi nel corso dell’anno di Melfi, Cassino e Mirafiori impatteranno solo a partire dal 2026”.
Il 5 febbraio manifestazione dei metalmeccanici a Bruxelles
Ma la complicata condizione di Stellantis, si inserisce nella crisi più ampia che coinvolge tutto il settore automobilistico europeo scatenata dal crollo dei volumi sui mercati unito alla transizione verso elettrico e digitale.
“Una tempesta perfetta – ha concluso Uliano - che colpisce in maniera significativa tutta l'Europa e il suo tessuto industriale più rilevante, che ha portato la Fim-Cisl insieme a tutte le organizzazioni sindacali europee di IndustriaAll Europe ad indire un’importante manifestazione il 5 febbraio 2025 a Bruxelles, che vedrà un’importante partecipazione dei lavoratori metalmeccanici di tutta Europa”.
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