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Tesla vs. BYD: così Musk gioca con l’inflazione

Pubblicato 14.09.2022, 14:20
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A sorpresa l’azienda annuncia che in un prossimo futuro i prezzi delle sue auto scenderanno. Riparte la scommessa su un nuovo modello a basso costo per fronteggiare la concorrenza del gruppo cinese. Ma intanto continua a espandere i margini.

Le dichiarazioni di Martin Viecha alla Goldman Sachs (NYSE:GS) conference.

Tesla (NASDAQ:TSLA) sorprende tutti annunciando che in un prossimo futuro i prezzi delle sue auto scenderanno. Martedì 13 settembre, nel giorno più nero di Wall Street degli ultimi due anni, il titolo del primo produttore al mondo di veicoli elettrici non si è sottratto al disastro generale e ha chiuso la seduta in calo del 4% a 292,1 dollari. Il timore di un’inflazione Usa risultata più alta delle attese ha spinto gli investitori a vendere titoli azionari, soprattutto i tech, dando per scontato un nuovo vigoroso aumento dei tassi da parte della Fed.
In questo contesto sono suonate inaspettatamente ottimiste le parole del responsabile Investor Relations di Tesla, Martin Viecha, che lo stesso martedì 13 alla conferenza degli investitori organizzata da Goldman Sachs ha detto che i prezzi dei modelli Tesla sono destinati a scendere, mano a mano che salirà la produzione delle due nuove fabbriche di Berlino e Austin.

In via di superamento i problemi di carenza di chip.


Inoltre, il manager ha detto che i problemi con la fornitura di componenti che hanno assillato negli ultimi anni tutti i produttori di auto si stanno risolvendo. In particolare, approvvigionarsi di chip e di celle per batterie, i due elementi che più scarseggiano nel panorama dei produttori di veicoli elettrici, sta diventando ogni giorno meno complicato.
Dette dall’azienda di Elon Musk, queste affermazioni sono significative: negli ultimi 12 mesi il prezzo medio di vendita di una Tesla negli Stati Uniti è salito del 13% arrivando a 57.000 dollari, una cifra che colloca i suoi EV (Electric Vehicle) nella categoria delle auto di lusso. Secondo un articolo di Barron’s, il prezzo medio di vendita di un’auto nuova negli Stati Uniti è di circa 45.000 dollari, ma dal punto di vista dei quantitativi il grosso delle vendite riguarda modelli compresi fra i 30.0000 e i 40.000 dollari.

La cinese BYD (HK:1211) nel 2024 potrebbe sorpassare Tesla.


La tesi di Barron’s è che se Tesla riuscirà ad abbassare i costi di produzione, potrà realizzare in futuro un modello elettrico meno costoso e proporsi così a un pubblico ben più ampio di quello che attualmente si può permettere le sue Model S, Model X, 3 e Y.
Una mossa di questo tipo è attesa da anni, ma finora Musk si è ben guardato da realizzarla perché rischia di erodere gli alti margini di Tesla. A costringerlo potrebbe essere la concorrenza dei produttori tradizionali come Volkswagen (ETR:VOWG), Ford e GM, ma soprattutto la concorrenza di BYD, il produttore cinese di sole auto elettriche che sta macinando ritmi di crescita impressionanti.
Nel primo semestre di quest’anno le vendite di BYD sono cresciute del 62% sullo stesso periodo dell’anno scorso, il che porta molti analisti a ritenere credibile l’obiettivo dell’azienda di arrivare a vendere nel 2023 2,4 milioni di auto elettriche superando Tesla che l’anno prossimo dovrebbe raggiungere 2 milioni di auto vendute. Oggi BYD è presente sul mercato con alcuni modelli che costano meno di 32.000 dollari.

Tesla resta leader indiscussa della redditività.


Bisognerà vedere, però, se inseguire le dimensioni a tutti i costi è un gioco che vale la candela. Oggi (anno 2022) Tesla realizza un utile operativo pari al 17,1% dei ricavi e la previsione è che arriverà al 19,4% nel 2024.
Il margine operativo di BYD per il 2022 è previsto al 4% con previsione di crescita al 4,5% nel 2024.
Il dato non è indifferente per gli investitori, e infatti a Wall Street Tesla è scambiata a 55 volte l’utile 2023 contro le 40 volte di BYD. Per non parlare del rapporto fra Valore d’impresa (Enterprise Value) e fatturato, pari a 7,3 volte per Tesla e 1,35 volte per BYD.
Quindi Tesla è cara e BYD è a buon mercato? C’è chi sostiene questa tesi, ma noi pensiamo che sia meglio valutare con prudenza le aziende che vantano forti tassi di crescita in questi tempi di rialzi dei tassi di interesse. Non a caso Warren Buffett, azionista di BYD con il 20% del capitale, nelle scorse settimane ha avviato la vendita di parte delle azioni.

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