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Torna il sereno?

Pubblicato 10.09.2024, 08:19
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La vita è ricominciare sempre, a ogni istante” (Cesare Pavese)

Torna il sereno? Lunedì i mercati azionari europei hanno chiuso in rialzo, dopo aver concluso la peggiore settimana successiva a quattro consecutive di rialzi. I settori migliori sono stati viaggi/turismochimica e servizi finanziari, mentre immobiliareretail e auto/ricambi sono stati i più deboli. Anche negli Stati Uniti, i mercati azionari hanno registrato un rialzo dopo il sell-off di venerdì, che ha segnato la peggiore settimana per l’S&P 500 da marzo 2023 e per il Nasdaq da gennaio 2022, causata da vendite massicce nei titoli tech e semiconduttori. Per quanto riguarda il mercato del reddito fisso, i risultati sono stati contrastanti: il rendimento del decennale USA è rimasto stabile al 3,71%, il Bund tedesco è sceso di 2 punti base al 2,17%, mentre i Gilts inglesi sono calati di 3 punti base. Il dollaro è salito, l’oro è rimasto stabile, e il petrolio WTI è aumentato dello 0,4% dopo il sell-off dell’8% della scorsa settimana, raggiungendo i livelli più bassi da giugno 2023. I mercati stanno ancora digerendo i dati deboli sui salari negli Stati Uniti e valutano le implicazioni per la politica della Fed. Crescono le preoccupazioni per le prospettive di crescita e l’incertezza su quanto Jerome Powell deciderà la prossima settimana: 25 o 50 punti base? Un dato CPI in uscita mercoledì più morbido potrebbe rafforzare le aspettative di un taglio più consistente. Attualmente, i mercati stimano una probabilità del 30% per un taglio di 50 punti base e prevedono un allentamento complessivo di 100 punti base entro la fine dell’anno. Nel frattempo, i mercati hanno già pienamente prezzato un taglio di 25 punti base da parte della BCE questa settimana, con l’attenzione puntata sull’entità dell’allentamento entro fine anno. In breve, la settimana inizia con segnali misti sui mercati globali, mentre gli investitori continuano a monitorare da vicino le mosse della Fed e della BCE. Restiamo vigili sui prossimi dati economici e le loro possibili implicazioni.

Il Piano Draghi

L’ex presidente della BCE e primo ministro italiano è tornato al centro dei riflettori dopo la diffusione dell’attesissimo report commissionato dall’Unione Europea. Circa 18 mesi fa Draghi era stato incaricato di analizzare il ritardo economico dell’Europa rispetto a Stati Uniti e Cina. Nel report, Draghi chiede un “cambiamento radicale” per migliorare la competitività globale dell’Europa, suggerendo investimenti aggiuntivi fino a €800 miliardi all’anno e l’emissione regolare di obbligazioni comuni per tenere testa a Cina e Stati Uniti. Il documento sottolinea l’importanza di una politica industriale più aggressiva, di investimenti significativi in innovazione e difesa, e della creazione di un mercato dei capitali unificato. Draghi avverte che, senza queste riforme, l’Europa rischia una crisi esistenziale. Tuttavia, alcuni aspetti, come maggiori sussidi e modifiche alle politiche sulla concorrenza, risultano controversi e hanno già incontrato opposizione, specialmente da parte di alcuni Paesi più piccoli e della Germania. Draghi avverte che, senza interventi, l’Europa perderà terreno nei settori emergenti del digitale e delle tecnologie pulite, settori in cui Stati Uniti e Cina stanno investendo pesantemente. Il report mette anche in evidenza la necessità di investimenti per centinaia di miliardi di euro per trasformare l’economia europea in un sistema digitale e carbon neutral. Un altro capitolo è stato dedicato al settore delle telecomunicazioni, auspicando un maggiore consolidamento con l’obiettivo di rafforzare il mercato unico europeo. Ora, spetta all’UE decidere quanto delle raccomandazioni di Draghi sarà integrato nelle prossime politiche comunitarie. Come Integrae Sim, seguiremo da vicino come l’Unione Europea risponderà a questa chiamata per individuare i settori più esposti positivamente al maxi piano investimenti che punta a proiettare l’Europa tra i continenti leader del futuro.

Il sole galleggia!

Il rapporto Draghi rappresenta un grande assist per tutte le società esposte allo sviluppo di tecnologie green, tra queste molte sono italiane e quotate in Piazza Affari. Ad esempio Saipem (BIT:SPMI), che ha svelato ieri il primo prototipo a grandezza naturale di XolarSurf, una soluzione innovativa per il solare galleggiante, segnalando un passo importante verso nuove tecnologie energetiche sostenibili. Il progetto è stato sviluppato in collaborazione con Kystteknikk, un produttore norvegese, e altri partner tecnici, e il varo del prototipo è avvenuto nei pressi del fiordo di Trondheim, in Norvegia. XolarSurf, concepito per resistere a condizioni marine impegnative con onde fino a 8 metri, sarà testato per circa un anno. Questo progetto apre nuove opportunità per il solare galleggiante, soprattutto in contesti offshore e in ambienti difficili. Saipem ha già sottolineato come XolarSurf possa essere integrato in progetti ibridi, come parchi eolici offshore o impianti di idrogeno verde, offrendo una soluzione versatile in luoghi con limitato accesso alla terraferma. L’azienda sta investendo anche in altre tecnologie innovative, come dimostra la recente partnership con la startup italiana newcleo per lo sviluppo di tecnologie nucleari sostenibili per applicazioni offshore. Questa mossa conferma la strategia di Saipem di espandere il proprio impegno verso fonti di energia a zero emissioni e rafforzare il suo posizionamento nei mercati emergenti dell’energia sostenibile. Le società esposte alle energie pulite continuano quindi ad offrire un interessante potenziale di crescita a lungo termine, grazie al focus su tecnologie all’avanguardia come il solare e il nucleare sostenibile. Tuttavia, sarà fondamentale monitorare come questi progetti si tradurranno in ritorni concreti e in che misura le aziende riusciranno a capitalizzare l’impegno in nuovi mercati emergenti.
 

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