Non sembra esserci tregua nella spirale ribassista del valore delle azioni di Uber Technologies e LYFT. Entrambe le compagnie di ride-hailing hanno perso circa un quarto della loro capitalizzazione di mercato nel mese scorso, nei timori che non ci sia un cammino chiaro verso la redditività.
I titoli sono colati a picco dal giorno delle IPO: chiudendo ieri a 32,24 dollari, Uber è crollato di oltre il 22% dal debutto di maggio, mentre Lyft ha visto un tonfo di più del 43% dal suo arrivo in borsa a marzo, chiudendo ieri a 44,38 dollari.
Da quando sono arrivati in borsa con le IPO di quest’anno, i titoli hanno visto un percorso sempre più accidentato, con un aumento delle perdite e la concorrenza sempre più spietata. Nel secondo trimestre fiscale appena concluso, entrambe le compagnie hanno spaventato gli investitori con perdite maggiori del previsto. Uber ha riportato una perdita netta di 5,24 miliardi di dollari, mentre Lyft ha registrato una perdita di 644,2 milioni di dollari, più del triplo della perdita dell’anno precedente.
Questa cupa situazione finanziaria suscita una domanda fondamentale: il ride-hailing è un’attività a cui gli investitori dovrebbero esporsi, soprattutto quando entrambe le compagnia stanno ancora affrontando la questione dei principi base dei loro business model?
Una proposta di legge in California, ad esempio, potrebbe costringere le compagnie a riqualificare gli autisti come impiegati anziché lavoratori occasionali, il che rappresenterebbe una grande minaccia per le strutture di costi. La proposta è stata approvata dall’Assemblea della California a maggio ed il governatore dello stato, Gavin Newsom, si è espresso a favore la scorsa settimana.
Poche barriere per entrare
Sul fronte degli affari, entrambe le compagnie hanno incontrato difficoltà nell’attirare i clienti senza offrire sconti. Uber, che opera a livello globale, sta affrontando una concorrenza spietata da parte di operatori regionali minori.
Secondo un recente articolo del Wall Street Journal, il problema di base sono le poche barriere per entrare in questo mondo. Ci sono poche cose che possano impedire alle startup di battere Uber al suo stesso gioco al ribasso dell’offerta esistente.
A Londra, ad esempio (storicamente uno dei mercati più redditizi per il ride-hailing di Uber), la posizione della compagnia è sotto assedio da parte dei nuovi rivali, come una compagnia low-cost estone chiamata Bolt. “Questo tipo di minaccia probabilmente è destinata a durare fino a quanto ci saranno finanziamenti di venture capital da bruciare”, si legge.
L’amministratore delegato di Uber Dara Khosrowshahi afferma di avere un piano non solo per sopravvivere ma anche per crescere nonostante le pressioni della concorrenza. La compagnia userà la forza della sua “piattaforma” in evoluzione, che secondo lui un giorno creerà il più grande ecosistema di trasporti moderno, che comprenderà il suo servizio di ride-hailing, la sua crescente attività di consegne di cibo, Uber Eats, scooter elettrici, consegne merci, veicoli a guida autonoma e persino auto volanti.
Per Lyft, che non ha distolto la sua attenzione dall’attività core di ride-hailing, la strada verso la redditività probabilmente non è così complicata come per il suo maggiore rivale. Nel secondo trimestre la compagnia è stata in grado di far aumentare la crescita dei clienti e degli utili per cliente, riducendo al contempo significativamente le promozioni.
“Lyft potrebbe non essere la scelta giusta per tutti gli investitori, data la sua attuale situazione di non-redditività”, scrive in una nota l’analista di Piper Jaffray Michael J. Olson. “Ma per chi ha un orizzonte a lungo termine, e tanta pazienza, consigliamo di possedere le azioni a questi livelli”.
Morale della favola
Le compagnie di ride-hailing, secondo noi, non sono l’investimento giusto quest’anno. Con la concorrenza in aumento ed i rischi normativi all’orizzonte, è difficile entusiasmarsi per Uber o Lyft. E questa dura realtà è quello che sta pesando sui prezzi delle loro azioni. Gli investitori farebbero meglio ad aspettare nelle retrovie e a seguire da vicino la loro performance operativa nel 2019 prima di fare una scommessa.