Gentili Lettori di Investing.com,
di seguito una breve sintesi degli elementi salienti della conferenza stampa tenuta da Mario Draghi a conclusione della riunione odierna della Banca Centrale Europea.
•- Tassi d'interesse invariati in Eurozona come da aspettative (tasso d'interesse ufficiale = 0%; tassi applicati al deposito di liquidità presso la BCE (deposit rate) = -0,40; tali livelli verranno mantenuti ancora per lungo tempo dopo la conclusione del programma di acquisto su larga scala di titoli di Stato (QE) anch'essi invariati (60 miliardi di euro mensili) almeno sino a fine 2017 e sino a quando il tasso d'inflazione non sarà prossimo al 2%
•- L'attività economica in Eurozona nella prima parte del 2017 è cresciuta più delle aspettative ma il violento apprezzamento dell'euro è meritevole di attenzione da parte del Board della BCE per le ovvie ripercussioni negative in primis sul tasso d'inflazione; quest'ultimo (HICPI ad Agosto +1,4%) è ancora distante da quello ritenuto ottimale (+2%).
•- La crescita del Prodotto Interno Lordo dell'Eurozona è prevista in ulteriore incremento nella seconda parte dell'anno grazie alle condizioni monetarie e del mercato del credito estremamente favorevoli; tuttavia la volatilità nei tassi di cambio e fattori geopolitici rappresentano dei rischi al momento non trascurabili e che la BCE sta monitorando con attenzione. Il tasso di crescita dell'inflazione e la sua traiettoria di crescita è prevista in calo rispetto alle aspettative di metà anno proprio a causa dell'apprezzamento dell'euro.
•- Degno di nota è il frequente (quasi ossessivo) riferimento di Mario Draghi all'eccessivo apprezzamento dell'euro rispetto alle principali controparti valutarie che indubbiamente rappresenta una fonte di grande preoccupazione in seno alla BCE. •
•- Per ciò che attiene eventuali modifiche o "ricalibrature" del programma di Quantitative Easing, Draghi, aggirando la domanda circa discussioni in seno alla BCE, ha reiterato che la crescita economica superiore alle aspettative e la creazione di circa 6 milioni di nuovi posti di lavoro dal 2009 sono state favorite proprio dalla politica monetaria non convenzionale (QE) ma che la "forza relativa" dell'euro sulle principali controparti valutarie obbliga ad avere una maggior cautela in questo ambito. Nella riunione della BCE di Ottobre, con tutta probabilità, saranno dibattuti maggiori dettagli circa il futuro del programma di stimoli monetari.
Reazione immediata dei mercati
- Euro in ulteriore rafforzamento sul USD (+1,04% a 1,2045 cioè il valore massimo degli ultimi due anni e mezzo) e sulle altre principali controparti valutarie (+0,60% su GBP e +0,65% sullo yen).
- Prezzo del petrolio in lieve calo (Future Petrolio Brent a 54,30 e Future Petrolio Greggio WTIa 48,90 $ al barile) in attesa dei dati alle ore 17 italiane circa le scorte di greggio americane per la settimana dal 28 al 3 Settembre (quella su cui ha avuto impatto il ciclone Harvey)
- Preziosi (Oro e Argento rispettivamente a 1350 e 18,10 $ l'oncia) in notevole apprezzamento (+1%) grazie soprattutto alla debolezza del dollaro americano
- Rendimenti obbligazionari dei titoli di Stato dell'Eurozona in marcato ritracciamento a causa dell'assenza di dettagli forniti da Draghi circa eventuali modifiche al programma di QE; forti acquisti sul decennale italiano (rendimento del 1,96%) e del decennale tedesco (con rendimento del +0,33% annuo) che stanno spingendo i prezzi ai valori massimi relativi da inizio anno.
- Mercati azionari europei volatili seppur prevalentemente positivi (FTSE MIB -0,11%; DAX +0,80%) all'apertura delle contrattazioni a Wall Street.