Ieri, lo ricorderete, abbiamo detto che la speculazione pre-FED aveva portato a un apprezzamento dell’azionario e una lieve correzione del dollaro. Ci si domandava se non si stesse esagerando, ma alla luce di quanto accaduto ieri sera verrebbe da dire no. Perché alla fin fine la FED è stata accomodante più di quanto si potesse pensare ed è per questo che abbiamo assistito a forti vendite di dollaro e forti acquisti sull’azionario. A settembre avevano previsto tre escursioni nel 2019, poi a dicembre furono ridotte a 2. A questo punto potrebbe anche non esserci alcun rialzo perché il FOMC resterà dipendente dai dati. I futures sui Fed Fund danno una probabilità compresa tra il 40% e il 50% di un taglio dei tassi ora entro la fine del 2019. Aggiungeteci poi una revisione al ribasso alle previsioni di crescita e la riduzione del bilancio che si concluderanno a settembre e I toni più accomodanti del previsto sono evidenti.
I rendimenti obbligazionari sono crollati, l'appiattimento della curva dei rendimenti (2s/10s a 13 punti base ovvero sui minimi da tre mesi) hanno fatto il resto. Il dollaro è venduto a man bassa, mentre i metalli preziosi (oro e argento) hanno raggiunto livelli cruciali. Le azioni inizialmente hanno reagito al rialzo ma con i rendimenti in calo l'S&P 500 ha cancellato i guadagni messi a segno. Una FED colomba dovrebbe voler dire azionario al rialzo ma evidentemente gli operatori cominciano a chiedersi se non sia spaventata dal possibile rallentamento dell’economia.
Wall Street chiudeva con l'indice S&P500 -0,3% a 2824 punti, mentre i future statunitensi hanno perso e stanno perdendo terreno. I mercati asiatici sono stati positivi, con lo Shanghai Composite + 0,5%, mentre il Giappone era chiuso per festività. In Europa si rimane cauti, probabilmente in vista del pomeriggio. Sul fronte Forex, detto del Dollaro, l'Aussie ha risposto positivamente alla disoccupazione scesa al 4,9% mentre la Sterlina resta sotto pressione in vista dell’appuntamento con la BoE.
Oggi sul calendario economico la protagonista assoluta sarà la sterlina, perché dopo vendite al dettaglio superiori alle attese (che non hanno prodotto un recupero della Sterlina) avremo la decisione della BoE con tassi che dovrebbero restare invariati all’unanimità (0-0-9) a + 0,75%. Per quanto riguarda gli USA avremo i sussidi settimanali di disoccupazione con 226.000 (229.000 la scorsa settimana) e il Fed Manufacturing di Philly a +4,6 (dopo un inaspettato risultato negativo il mese scorso a -4.1).