Basteranno le rassicurazioni dell’Ad di Unicredit (BIT:CRDI), Andrea Orcel, a tranquillizzare gli investitori sulla solidità di una di una delle più importanti banche italiane ed europee? Bisogna essere chiari, sotto scacco è l’intero settore finanziario di entrambe le sponde dell’Atlantico. Da una parte, la Silicon Valley Bank (SVB), la banca regionale americana fallita che ha innescato le vendite a cascata sul settore, mentre in Europa c’è il Credit Suisse, storica banca elvetica che naviga in cattive acque da alcuni anni e che l’attuale congiuntura sui tassi non ha fatto altro che acuire i problemi storici. Negli Usa, le autorità sono corse immediatamente ai ripari varando il “Bond Term Funding Program” per consentire alle banche in crisi di liquidità di continuare a prendere soldi in prestito offrendo come collaterale le obbligazioni alla pari (senza svalutarle agli attuali prezzi di mercato, evitando quindi di incorrere in perdite in bilancio). In Europa, vedremo domani (giovedì 16 marzo ’23) la presidentessa della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, come si pronuncerà sulla situazione delle banche e sulle politiche di rialzo dei tassi in futuro.
Unicredit, insieme al l’indice Ftse Mib, arriva all’appuntamento di domani con quotazioni in forte ribasso ed in prossimità di importanti livelli grafici. Area 16 euro per la banca guidata da Orcel e 25.500 punti per il Fib, costituiscono importanti supporti di lungo periodo, che qualora fossero rotti accelererebbero la discesa.
I ribassisti hanno forzato la mano spingendo il nostro indice, a prevalenza finanziario, vicino ai 25500 punti alla vigilia della riunione della Bce. E visto che in borsa le coincidenze non esistono, domani potremmo assistere ad un rimbalzo da questi livelli per il nostro indice e di conseguenza anche per Unicredit.