Inflazione della Germania YoY di aprile in uscita oggi alle 8:00 (stima 2,2%, invariata rispetto a marzo) e inflazione della Spagna sempre YoY di aprile alle 9:00 (stima 3,3% contro 3,2% di marzo). Zew di maggio alle 11:00 (stima 44,9 punti contro 42,9 di aprile). Alle 14:30 è atteso l’importate dato PPI USA MoM di aprile (stima 0,3% contro 0,2% di marzo).
Venerdì scorso, l'indice che misura la fiducia dei consumatori dell'Università del Michigan di maggio è crollato a 67,4 punti (da 77,2 punti di aprile), toccando il livello più basso degli ultimi sei mesi. Il rapporto indica che l’elevata inflazione continua a gravare sui consumatori e fa seguito ad una serie di dati del mercato del lavoro più deboli del previsto che suggeriscono l’idea che l’economia potrebbe rallentare abbastanza da dare alla Fed la fiducia di poter abbassare i tassi di interesse di riferimento entro la fine dell’anno.
Il calo sorprendentemente ampio dell'indice del sentiment dell'Università del Michigan sembra derivare in parte da un maggiore pessimismo sulle prospettive dell'inflazione e dell'economia. Secondo l’indagine, le aspettative di inflazione sull’anno prossimo sono salite al 3,5% dal 3,2% di aprile, al di sopra del range compreso tra il 2,3% e il 3,0% osservato nei due anni precedenti la pandemia.
L'attenzione del mercato si sposta ora sui rapporti PPI di oggi e CPI di domani, che potrebbero o meno giustificare le speranze recentemente rafforzate degli investitori, per i tagli dei tassi della Fed entro la fine dell'anno. Gli analisti prevedono che il PPI sia aumentato dello 0,3% ad aprile rispetto a marzo sia nei tassi complessivi che in quelli core.
Gli indicatori di mercato continuano a trasmettere aspettative di tagli dei tassi da parte della Fed, ma solo più avanti nel corso dell’anno. Venerdì scorso, i trader stimavano con una probabilità del 61% che il tasso dei fondi federali sarà inferiore di almeno un quarto di punto dopo la riunione di settembre del FOMC, mentre la probabilità è del 97% che l'obiettivo dei fondi federali venga mantenuto invariato dopo la riunione del FOMC dell'11-12 giugno e una probabilità del 75% che non vi siano modifiche dopo la riunione di luglio.
Al di là del dato dell’Università del Michigan, stanno emergendo diversi segnali che suggeriscono un raffreddamento dei consumatori che farebbe rallentare l’economia. Oltre ai dati più deboli sull’occupazione, diverse società di beni di consumo voluttuari hanno pubblicato indicazioni deludenti e alcuni dirigenti aziendali hanno notato che il comportamento dei consumatori è diventato più cauto.
È troppo presto però per determinare di quanto l’economia sta rallentando. La speranza dei rialzisti è che l’economia rallenti abbastanza da riportare l’inflazione verso l’obiettivo a lungo termine del 2%, ma non abbastanza però per danneggiare gli utili aziendali. Da questo punto di vista, dati più freddi del previsto potrebbero quindi essere ben accolti a questo punto del ciclo.
A livello di mercato, molti investitori statunitensi continuano a preoccuparsi della concentrazione dell'S&P 500, con le prime dieci aziende dell'indice che rappresentavano circa il 35% dell'indice complessivo per capitalizzazione alla fine di aprile. Il peso è vicino al massimo storico ma, per quanto riguarda la concentrazione patrimoniale tra i principali indici globali, l'S&P 500 è tra i meno concentrati e più diversificati al mondo.
In realtà, c'è molto maggiore rischio di concentrazione di mercato al di fuori degli Stati Uniti, che al suo interno. Questo è un dato importante da ricordare per gli investitori statunitensi che stanno considerando di investire all'estero e riflette, in parte, la natura dinamica e diversificata dell'economia statunitense: un colosso da $28 trilioni composto da molti settori leader a livello mondiale.
Per questo motivo, sebbene la Tecnologia dell'Informazione abbia il maggior peso nell'S&P (29%), c'è maggiore diversità all'interno dello stesso grazie all'esposizione ai settori Finanziario, Sanitario, Beni di Consumo e Servizi di Comunicazione. Nel frattempo, l'industria finanziaria degli Stati Uniti è la più grande, la più liquida e la più complessa al mondo, con una cultura patrimoniale ben consolidata che favorisce un maggior numero di offerte pubbliche iniziali, finanziamenti azionari, fondi per startup e altre dinamiche di creazione di patrimonio attraverso vari settori. In sintesi: mercati dei capitali grandi, liquidi e complessi.
Molte borse estere sono più piccole, frammentate e relativamente limitate. In gran parte dell'Europa, ad esempio, la concentrazione bancaria interna rimane la norma rispetto alla supremazia del finanziamento azionario/debito negli Stati Uniti. I mercati dei capitali frammentati della zona euro si traducono in più borse ma con meno quotazioni, e quindi, per una semplice questione di matematica, in una maggiore concentrazione di mercato per indice.
Molti mercati emergenti invece non hanno la struttura patrimoniale sottostante per sostenere un mercato azionario ampiamente diversificato, il che si traduce anche in meno quotazioni azionarie e una maggiore concentrazione di capitalizzazione di mercato. L'indice Nikkei 225 del Giappone per esempio è relativamente pesante ma include esposizione a Industriale, Materiali e Tecnologia dell'Informazione, il che aiuta a spiegare l'aumento del 15% dell'indice nell'ultimo anno.