Dopo un inizio di settimana molto tranquilla, finalmente ieri abbiamo assistito a un po’ di volatilità sul mercato dei cambi, perché gli operatori hanno reagito ai commenti di Janet Yellen.
A questo punto, alla luce degli ultimi commenti dei membri della Fed, un rialzo dei tassi a dicembre pare inevitabile. Ieri, negli USA, il presidente della Fed di Atlanta Lockhart ha affermato che “le ragioni a favore di un decollo [a dicembre] sono convincenti”, aggiungendo che “l’economia non necessita più di una terapia d’emergenza”.
Da parte sua, Janet Yellen ha preparato il campo per la “normalizzazione”, sostenendo che “l’economia ha fatto grandi progressi verso il raggiungimento degli obiettivi del FOMC circa la massima occupazione e la stabilità dei prezzi”.
Pare, però, che il mercato si aspettasse commenti più aggressivi dalla presidente della Federal Reserve, infatti il dollaro USA ha ceduto terreno contro le valute del comparto G10. La volatilità rimane molto bassa in vista della decisione della BCE di oggi pomeriggio e la coppia EUR/USD è scesa di nuovo sotto la soglia a 1,06 dopo essere salita a 1,0627 a Wall Street.
Come abbiamo già detto più volte, Mario Draghi dovrebbe aumentare gli stimoli per l’economia perché l’Eurozona è sull’orlo della deflazione. Dal nostro punto di vista, queste informazioni sono già state scontate su entrambe le sponde dell’Atlantico, quindi il rally del dollaro è quasi finito.
Tuttavia, se le banche centrali non fornissero gli aiuti che si aspetta il mercato, assisteremmo ad aggiustamenti massicci. L’indice del dollaro non è riuscito a violare a rialzo il livello a 100,50 e attualmente passa di mano intorno a 100.
Ieri la coppia GBP/USD è scesa a nuovi minimi durante la seduta europea, sulla scia delle prove sempre più evidenti di un rallentamento economico nel Regno Unito. Il PMI costruzioni si è attestato ben al di sotto delle stime, a quota 55,3 punti, a fronte dei 58,5 previsti e dei 58,8 di ottobre. Anche l’euro sta guadagnano contro la sterlina, la coppia EUR/GBP è salita sopra la soglia a 0,71.
Sul fronte azionario, gli operatori hanno iniziato a intascare i profitti durante la seduta USA. Gli indici S&P 500, Nasdaq 100 e Dow Jones 30 sono tutti in territorio negativo, in calo rispettivamente dell’1,10%, dello 0,64% e dello 0,89%.
Durante la seduta asiatica, tutti gli indici azionari sono risultati negativi, fatta eccezione per le piazze cinesi, che sono riuscite a guadagnare terreno. Gli indici compositi di Shanghai e Shenzhen hanno guadagnato rispettivamente l’1,35% e il 2,50%. In Giappone, il Nikkei 225 e il TOPIX annaspano, in rialzo rispettivamente di un minuscolo 0,01% e 0,04%, sulla scia dei PMI contrastati. In Corea del Sud, l’indice Kospi ha ceduto lo 0,76%, nonostante la revisione al rialzo del PIL (1,3% a/a a fronte dell’1,2% precedente).
Prosegue il momentum positivo dell’AUD. Il dollaro australiano ha guadagnato lo 0,52% contro l’euro, lo 0,30% contro la sterlina e lo 0,15% contro l’USD.
Oggi gli operatori monitoreranno i PMI compositi e servizi in Spagna, Italia, Francia, Germania, Eurozona, USA e Brasile; la decisione sul tasso della BCE e le vendite al dettaglio nell’Eurozona; la produzione industriale e i verbali del comitato di politica monetaria (COPOM) della banca centrale in Brasile; l’indice ISM non manifatturiero, gli ordinativi alle fabbriche e gli ordini di beni durevoli negli USA. Per oggi sono inoltre previsti gli interventi dei membri della Fed Fischer, Mester e Yellen.
Arnaud Masset, Market Strategist, Swissquote Europe Ltd |