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L’autorità antitrust di Londra ha prolungato fino a settembre i tempi dell’indagine sul merger fra le due società francesi. Per evitare un giudizio negativo, che farebbe saltare un’operazione di portata globale da 12,9 miliardi di euro, Veolia potrebbe rinunciare agli assett inglesi.
Una fusione per creare il leader mondiale dell’acqua e dei rifiuti.
C’è disappunto a Parigi per l’intransigenza con cui l’autorità antitrust britannica CMA (Competition and Markets Authority) sta esaminando il processo di fusione fra i due gruppi francesi Veolia Environnement (EPA:VIE) e Suez, che darà vita a un leader mondiale nella gestione e nel trattamento delle acque, oltre che nella raccolta, riciclaggio e trattamento dei rifiuti. L’operazione da 12,9 miliardi di euro, annunciata nel maggio 2021, è stata approvata dalla Commissione Ue e dalle autorità antitrust di 17 Paesi. Per completarla manca il via libera della CMA, ma a Londra hanno deciso di non fare passi affrettati e cinque giorni fa l’authority inglese ha comunicato che la decisione, inizialmente annunciata per il 17 luglio, non arriverà prima di metà settembre.
In Gran Bretagna Suez Uk è fra i principali operatori dei rifiuti.
Il risultato è che in Gran Bretagna la fusione per ora resta bloccata, e permane il rischio in caso di mancata approvazione che vada a gambe all’aria l’intera operazione. Per scongiurare questo pericolo Veolia, che nel merger è il soggetto che compra, ha già detto che è pronta a rivendere tutte le attività di Suez in Gran Bretagna pur di salvaguardare i benefici della fusione a livello mondiale.
In Gran Bretagna Suez UK è uno dei principali operatori nella raccolta e gestione dei rifiuti, con ricavi annui vicini a 1 miliardo di sterline. Veolia ha detto che se dovrà vendere queste attività userà il ricavato per ridurre il debito e fare nuovi investimenti nel campo dell’energia. La società francese, infatti, oltre che di acqua e rifiuti, si occupa anche di energia con impianti di produzione e con un’attività di consulenza per l’efficienza energetica.
Prevista nel 2022 una crescita dei ricavi del 34%.
Veolia realizza circa il 30% del fatturato in Francia, un altro 30% nel resto d’Europa e il restante 40% in altri Paesi, soprattutto in Asia. Negli ultimi anni la società ha accelerato notevolmente il tasso di crescita, che gli analisti si aspettano prosegua a ritmi sostenuti anche nei prossimi anni. Grazie alla fusione con Suez, i ricavi del 2022 dovrebbero salire del 34% a 38,3 miliardi di euro per arrivare a sfiorare i 40 miliardi nel 2023. L’utile, che nel 2021 era stato di 400 milioni di euro, salirà quest’anno a 1 miliardo di euro e a 1,3 miliardi nel 2023.
Dei 13 analisti che coprono il titolo, otto raccomandano di comprare le azioni e cinque hanno un giudizio neutrale. La media dei target price è 35 euro, un obiettivo di prezzo più alto del 49% rispetto alla quotazione attuale, che si aggira attorno a 23 euro.
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