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Vino da investimento vs mercati finanziari: il 2022 ha per ora un solo vincitore

Pubblicato 11.07.2022, 11:05
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Giugno per i mercati finanziari è stato un mese estremamente negativo. Il FTSE MIB lascia sul terreno il 13,10%, il DAX perde l’11,15% mentre va leggermente meglio oltreoceano con perdite che almeno non sono a doppia cifra, con S&P500 a -8,39% e Nasdaq a -9,00%. Se allarghiamo lo sguardo ai primi sei mesi del 2022, quello appena passato risulta essere il peggiore semestre dal 1970 e uno dei tre peggiori nella storia dei mercati finanziari con indici che perdono nella quasi totalità dei casi più del 20%, e il Nasdaq che arriva addirittura al -33%.

In discesa anche le materie prime dopo mesi di grande forza. L’oro, identificato da tutti come bene rifugio di riferimento, ha lasciato per strada il 2,22% a giugno, mentre la discesa dal suo massimo di marzo arriva a sfiorare il 17%. Non va meglio al fratello minore, l’argento, che perde a giugno il 6,16% e il 30,52% dal suo massimo. In calo anche gli energetici e le materie prime industriali.

Confronto indici YTD. Fonte: exact

In controtendenza, il valore del vino da investimento sale anche nel mese di giugno ed il Liv-Ex 100, ovvero l’indice che traccia l’andamento dei principali 100 vini del mercato, sale al +5,1% da inizio anno. Anche in questo contesto di crescente volatilità quindi, il vino come asset class si dimostra resiliente e con una volatilità limitata, adatto quindi a completare un portafoglio ben diversificato e capace di creare performance in modo totalmente decorrelato dai mercati.

Andamento indici. Fonte: Liv-Ex


L’indice Liv-Ex 1000, che comprende invece tutti i sottoindici regionali, sale a giugno dello 0,8%, il minor incremento da febbraio 2021. Mentre prosegue la corsa dei prezzi di Champagne e Borgogna (rispettivamente +1,6% e +1,3%), scende dello 0,7% il Bordeaux Legends 40. Bordeaux che è stata al centro delle notizie nel corso del mese per la conclusione della campagna en-primeur che non è riuscita a stimolare adeguatamente la domanda e ha visto prezzi sostanzialmente invariati rispetto alla campagna 2020.

Antonio Galloni ha pubblicato a fine giugno le sue impressioni sull'annata 2019 del Domaine de la Romanée-Conti su Vinous. La traduzione letterale del suo commento è “commovente”. Confrontando la 2019 con le altre annate ha detto “dobbiamo tornare al ’65…1865” a conferma di come questa annata abbia portato dei prodotti di elevatissima qualità. Andrà verificato come questo si tradurrà nei prezzi delle bottiglie rispetto alle annate precedenti.

Bordeaux e Borgona rimangono anche i mercati più scambiati, coprendo da soli quasi due terzi della totalità rispettivamente a 37,9% e 27,9%.

Market share. Fonte: Liv-Ex


In conclusione, uno sguardo al mercato e alla sua dimensione. In questo primo semestre del 2022 il mercato del vino da investimento ha continuato ad ampliarsi, ed il numero delle etichette scambiate è già al 78% rispetto alla totalità del 2021. Al ritmo attuale, molto probabilmente il valore già record del 2021 verrà superato nel corso del terzo trimestre. Questo incremento ha coinvolto tutte le regioni analizzate dall’indice, ad eccezione di Bordeaux, l’unica ad essere scesa del 3,7% su base annua e che continua a perdere quote di mercato, arrivando oggi al 33,9%. Leggermente scesa anche la quota di mercato italiana, dal 15,3% al 13%, e quella USA. Mentre riportano i maggiori incrementi Champagne (11,4% contro 8,8% dello scorso anno) e Borgogna (25,1% contro 22% nel 2021).


Evoluzione market share. Fonte: Liv-Ex

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