Buongiorno ai lettori di Investing.com.
Comincia un’altra settimana che promette volatilità estrema. Gli appuntamenti in calendario sono vari e importantissimi, a partire dall’ISM USA per concludere col mover per eccellenza ovvero i NFP del venerdì. Ricordiamoci che circa un mese fa l’esplosione al rialzo dell’ISM fece schizzare i rendimenti dei Treasury e da lì cominciò il rally del Dollaro con successivo sell-off sull’azionario.
Stamattina, in pre-apertura, i futures Euro Stoxx 50 guadagnavano lo 0,7%, mentre il panorama asiatico proponeva scenari contrastanti. Da segnalare in particolare il calo dell’equity cinese con il Composite di Shanghai -2,2%.
Nel frattempo oggi è attesa la presentazione del bilancio del Regno Unito, evento che potrebbe avere un impatto importante su diversi settori, in modo particolare quello pensionistico. Anche le banche, i rivenditori e i costruttori di abitazioni potrebbero risultare direttamente coinvolti.
Sempre in tema di azionario un occhio di riguardo andrà rivolto alle banche italiane dopo che S&P ha cambiato l’outlook in negativo, pur non declassando il debito. Ciò potrebbe dare un po’ di respiro alle obbligazioni, obbligazioni che potrebbero trarre un po’ di linfa vitale anche dalle dichiarazioni del Premier Conte che si è detto pronto ad agire nel caso in cui il differenziale di rendimento peggiori e le banche necessitino una ricapitalizzazione.
Tornando a quanto successo venerdì scorso, possiamo tranquillamente affermare che la volatilità è stata protagonista indiscussa: dapprima con altre vendite dell’equity, successivamente con un improvviso rimbalzo che ha portato scongiurato un’altra giornata nera. E’ innegabile che la volatilità è in costante aumento, siamo arrivati infatti ai massimi da febbraio tanto in Europa quanto negli Stati Uniti
Interessante riportare l’opinione degli strateghi di Morgan Stanley (NYSE:MS) secondo i quali il loro indicatore di sentiment, che misura il momentum e l'ampiezza, è rivolto verso un mercato bearish per la prima volta da giugno 2016. Il 52% delle azioni europee scambia almeno il 20% al di sotto dei massimi delle ultime 52 settimane, livello che non si raggiungeva dal 2012. Nel 2018, gli unici asset ancora in positivo dello Stoxx Europe 600 sono il Petrolio e il Gas naturale.