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Selloff di fine anno per il Forex? Non ancora

Pubblicato 24.12.2020, 09:35
Aggiornato 09.07.2023, 12:31

Rassegna giornaliera sul mercato forex, 23 dicembre 2020

Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.

Temevamo che ci sarebbero state prese di profitto di fine anno sulle valute questa settimana, tra la mutazione del virus e la mancanza di progressi sulla Brexit che tormentano i mercati. Ma, finora, non abbiamo visto alcuna prova che questi rischi si siano tradotti in paura. I titoli azionari hanno ripreso la loro ascesa e le valute li hanno seguiti a ruota. E questo è stato dovuto in gran parte al fatto che gli esperti medici hanno rassicurato il pubblico che non ci sono motivi per credere che il vaccino non funzionerà su questo nuovo ceppo, che non sembra essere più letale. Tuttavia, il pacchetto di stimoli USA non è ancora stato approvato. Il Presidente Donald Trump ha posto un veto sull’accordo, chiedendo assegni più alti per gli americani. La Camera ha replicato rapidamente con un piano su una legge che fornirebbe 2.000 dollari di pagamenti diretti, ma numerosi Repubblicani si sono opposti. Non è chiaro come si risolverà la questione ma, più tempo ci vorrà, più alto sarà il rischio di un selloff dei titoli azionari la prossima settimana.

Le borse non sempre vanno in selloff nelle ultime due settimane dell’anno. In effetti, negli ultimi 15 anni è successo solo nove volte. E, quando sono scesi, il selloff solitamente è cominciato dopo Natale. Questo significa che esiste comunque la probabilità di un selloff di fine anno, soprattutto dopo le impennate delle valute e dei titoli azionari viste quest’anno. Detto questo, la ripresa post-COVID-19 dovrebbe essere fortissima, perciò anche se dovesse esserci un selloff, le perdite potrebbero essere limitate.

Il dollaro USA ha proseguito la sua discesa contro tutte le altre maggiori valute questo mercoledì, sulla scia di dati perlopiù deboli. Sebbene le richieste di sussidio di disoccupazione siano salite meno del previsto, risultano comunque ben al di sopra di 800.000. La crescita degli ordinativi di beni durevoli è rallentata, i redditi e le spese pro-capite sono scesi e le vendite di case nuove hanno subìto un brusco calo nel mese di novembre. Anche l’indice sul sentimento dei consumatori dell’Università del Michigan è stato rivisto al ribasso.

La sterlina è stata la valuta con la performance migliore questo mercoledì. La scadenza per la Brexit si avvicina rapidamente, ma gli investitori restano fiduciosi. Il grande evento è previsto per stasera: l’accordo sulla Brexit arriverà entro qualche ora. Se si dovesse finalmente arrivare ad un accordo dopo anni di negoziati, non solo vedremmo un forte rally della GBP, ma anche rialzi diffusi tra le valute legate al rischio. Il cambio GBP/USD potrebbe facilmente schizzare a 1,40 e la coppia EUR/GBP crollare sotto 85 centesimi. Se non ci dovesse essere un accordo, la reazione sulla GBP dipenderà dall’eventualità che le trattative continuino o meno. Se proseguiranno, la mossa sarà cauta. Ma, se entrambe le parti dovessero chiudere, potremmo benissimo vedere un tonfo del 3%-5% della valuta.

Anche le valute legate alle materie prime sono salite, con il dollaro neozelandese in testa. La crescita del PIL canadese ad ottobre è stata più forte del previsto, ma più lenta del mese prima. Tuttavia, ciò non ha impedito al cambio USD/CAD di scendere per la prima volta in quattro giorni di scambi.

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