Gentili lettori di Investing.com,
giornata di euforia, oggi, sui mercati finanziari (si comprano azioni, obbligazioni, materie prime e, soprattutto, valute diverse dall'euro!!) a seguito delle dichiarazioni sconcertanti di Janet Yellen, ancora per poco presidente della FED, che, confermando la sua inadeguatezza ad un ruolo così importante per l'intera economia mondiale, ha (per l'ennesima volta) ritrattato sulla traiettoria di rialzo dei tassi d'interesse ed ha ammesso di NON AVERE LA PIU' PALLIDA IDEA del motivo per cui l'inflazione sia così bassa (molto grave!).
In sintesi :
1) L'andamento dell'economia USA è tale da garantire un graduale rialzo dei tassi che avverrà però solo a determinate condizioni che non ci è dato sapere;
2) Il bilancio della FED che ha raggiunto i 4.500 miliardi di USD cioè il 26% del PIL americano nel corso dell'anno (quando??) inizierà ad essere ridotto ma non tornerà mai ai livelli pre-crisi del 2008 (6% del PIL);
3) l'inflazione continua a rimanere ampiamente sotto il target del 2% annuo solo per causa di insoliti e imprevisti prezzi particolarmente bassi di alcuni beni?
Settimana pertanto avviata a far registrare buone performance del comparto azionario (seppur con l'ennesima rotazione settoriale: fuori dalle banche e dentro il tech) a soli due giorni dall'avvio della quanto mai attesa Earning Season dei colossi americani; a dare il via saranno venerdì le trimestrali di JP MORGAN , WELLS FARGO e CITIGROUP.
Non mi stupirebbe, tuttavia, che il cambio di rotta della FED (che oltre a vedere la quasi scontata uscita di scena della Yellen a vantaggio di Gary Cohn, economista affermato e consulente economico di Trump, vedrà sostituire ben tre membri del Comitato Direttivo), possa innervosire il mercato che mai come prima non ha direzionalità.
Nuovo tentativo di rimbalzo del prezzo del greggio con il Future Petrolio Brent ed il Future Petrolio Greggio WTI in risalita rispettivamente a 48,50 e 46,16$ al barile sulla scorta di nuovi report (che smentiscono quelli divulgati la scorsa settimana) circa una presumibile riduzione della produzione nel 2018 da parte degli USA.
In ripresa lieve anche i preziosi con Oro e Argento, (1.218 $ e 15,91$ l'oncia) nonostante il rafforzamento odierno del USD sulle principali controparti valutarie, dopo aver toccato i minimi degli ultimi 4 mesi lunedi 10/7/17.
Si registrano sinora ingenti flussi di acquisto tra i titoli di Stato dei Paesi Sviluppati (Treasuries USA, Bund tedeschi e anche BTP italiani) con rendimenti pertanto in generalizzato calo, invertendo bruscamente la lunga scia di vendite che si protraeva da fine Giugno.
In ambito valutario da segnalare la brusca frenata dell'euro in ritracciamento sul USD dello 0,40%, dell'1% sullo YEN e dello 0,80% sulla sterlina (GBP).