Se per caso ti stavi scavando una buca per nasconderti (cosa che potrebbe aver senso visto l’aumento della volatilità), oggi negli USA è il giorno delle buste paga di settembre.
I mercati mettono in conto un impatto molto negativo dovuto alle condizioni atmosferiche: si prevede un incremento delle NFP di scarse 60/80 mila unità, con un tasso di disoccupazione al 4,5% (rischio inclinato al ribasso).
I trader farebbero bene a prevedere volatilità sul forex in scia alla pubblicazione.
Di recente, però, i dati sulle buste paga hanno fornito un esito asimmetrico, la debolezza è passata e i risultati migliori delle attese hanno innescato rally sostenuti dell’USD.
La prevista debolezza del rapporto NFP contraddice alcuni dati visti dopo l’uragano Katrina, cosa che potrebbe generare sorprese al rialzo per molti indicatori economici.
Rimaniamo rialzisti sull’USD, visto il rischio generale (nello specifico, il referendum sull’indipendenza in Catalogna).
I rendimenti dei titoli USA a scadenza breve continuano a salire, quelli a due anni hanno raggiunto l’1,50%.
Il mercato sta sottovalutando la determinazione della Fed a normalizzare la sua politica, concentrandosi invece sull’inflazione deludente.
A nostro avviso, Yellen proseguirà il corso del restringimento, a dicembre ci sarà quindi un rialzo di 20 punti base, in previsione di un eventuale recupero dell’inflazione.
Anche se i fondamentali solidi sembrerebbero sostenere i paesi emergenti, siamo prudenti e andiamo corti su paesi chiave ad alto beta e sensibili ai tassi d’interesse.
Nel contesto attuale, HUF, ZAR, BRL, JPY e CHF spiccano come corti chiave.