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Celebrazione dei 150 anni dell'Unità d'Italia

Da Banca d'Italia05.04.2011 17:58
 

Alla celebrazione dei 150 anni dell’Unità del nostro paese la Banca
d’Italia dà un contributo duplice. Ha promosso una vasta ricerca, alla quale
collaborano numerosi studiosi anche stranieri, sulla capacità dell’economia
italiana di rispondere ai grandi mutamenti dello scenario internazionale
dalla nascita dello Stato unitario a oggi: Italy and the World Economy,
1861-2011; la ricerca sarà presentata in un convegno a Roma il 13, 14 e 15
ottobre.
A un pubblico più vasto, in particolare ai più giovani, si rivolge la
mostra che inauguriamo oggi: La moneta dell’Italia unita: dalla lira
all’euro.
Il filo della storia monetaria italiana nei 150 anni dall'Unità collega
due episodi fondamentali: l’unificazione monetaria del paese, che la
neonata Italia compie anche al fine di consolidare le basi della sua unità
politica; più vicina a noi nel tempo, la partecipazione italiana all’unità
monetaria europea, realizzata nonostante l'assenza di unità politica.
Questa storia, dalla lira all’euro, illustra un punto focale per noi
contemporanei: l’importanza della stabilità monetaria e di una cultura
politica ed economica che ne riconosca il valore.
Guido Carli ci suggerisce un percorso logico: “Se dunque nella
competizione internazionale – egli scrive nel 1961 – è da ravvisare
l’incentivo più efficace allo sviluppo economico del paese, il suo
sostegno più valido risiede indubbiamente, a sua volta, nella stabilità
monetaria. Si tratta, anche in tal caso, di un ammaestramento che il nostro
paese ha ricevuto dall’esperienza secolare, a volte dolorosa, della sua vita
unitaria” 1.
Il concetto di stabilità monetaria muta nel tempo, insieme con le
condizioni tecnologiche e istituzionali che la determinano. Tra l’Ottocento
e il Novecento anche l’Italia passa da un sistema in cui la moneta è di
metallo prezioso, o in esso convertibile, a uno di moneta puramente
fiduciaria. Nel primo, la stabilità monetaria è sancita dal mantenimento
della convertibilità della valuta in oro alla parità prefissata. L’Italia
sostanzialmente ci riesce: alla vigilia della prima guerra mondiale,
nonostante alcuni periodi di non convertibilità, l’indice dei prezzi è allo
stesso livello del 1861. Questa stabilità è percepita come lo stato naturale
delle cose.
Con il prevalere della moneta cartacea l’innovazione istituzionale in
campo monetario è radicale. Si affermano le moderne banche centrali, si
definiscono norme, regole, organizzazioni, necessarie per il governo di una
moneta il cui valore non è più ancorato a quello di un metallo, ma è
completamente basato sulla fiducia.
Già nel 1839 Carlo Cattaneo ammoniva, nel suo Politecnico, come
“la carta monetaria non debba emettersi se non per conto dello Stato, e che,
con tutto il rigore e tutta la solennità delle leggi e degli ordini
fondamentali, se ne debba proporzionare la quantità al bisogno, ossia alla
massa delle contrattazioni” 2.
1 Banca d’Italia (1961), Relazione Annuale, Considerazioni Finali, p. 327.
2 Carlo Cattaneo (1839), “Delle crisi finanziarie e della riforma del sistema monetario”, Il Politecnico, 1,
giugno, p. 548.
4
È solo nel 1893 che nasce la Banca d’Italia, con il compito
principale di concentrare in sé la funzione di emissione dei biglietti, fino ad
allora dispersa in sei banche locali. Essa fin da subito assume il ruolo
ampio di garante della stabilità monetaria e di centro del sistema
finanziario; nelle parole di Marco Fanno: “l’istituto centrale attorno a cui
gravita e s’impernia l’assetto bancario, (…) l’organo regolatore del
mercato, (…) l’ultima linea di difesa a cui questo si volge nel momento di
gravi difficoltà” 3.
Il venir meno, con la prima guerra mondiale, della convertibilità in
oro delle banconote porta l’attenzione degli economisti e dei responsabili
della politica economica direttamente sull’inflazione, intesa non più nel
senso antico di gonfiamento della massa dei biglietti, ma nel senso
moderno di rialzo del livello generale dei prezzi. Il valore della moneta sta
nel suo potere d’acquisto, dunque inflazione significa svalutazione della
moneta. Il contenimento dei prezzi diviene obiettivo della politica
economica, sebbene ancora strumentale alla convertibilità esterna della
lira, nel nuovo regime di gold exchange standard che prevale dopo la
guerra.
Subito dopo la seconda guerra mondiale il valore della lira è ridotto a un
trentesimo di quello prebellico da una fiammata inflazionistica, spenta con la
stabilizzazione monetaria di Einaudi e Menichella. Einaudi sollecita un
concorde impegno per scongiurare “l’annientamento dell’unità monetaria” 4.
Quell’opera faticosa di ricostruzione della fiducia nella moneta, quindi del
risparmio, fu compiuta con coraggiosa determinazione, nel convincimento
che la difesa della moneta avrebbe dato una solida base alla ripresa
economica del Paese.
3 Marco Fanno (1912), Le Banche e il Mercato Monetario, Athenaeum, Roma, p. 131 e 147.
4 Banca d’Italia (1947), Relazione Annuale, Considerazioni Finali, p. 255.
5
Si percorre la strada dell’integrazione internazionale aderendo al
sistema monetario di Bretton Woods. Negli anni Cinquanta l’Italia vive un
periodo di stabilità monetaria e di crescita economica senza precedenti. Il
tasso di cambio lira-dollaro è stabile, lo resterà fino al 1971; per la prima
volta il tasso di inflazione italiano è in linea, se non più basso, di quello
degli altri principali paesi europei.
La fine del sistema di Bretton Woods, all’esordio del decennio
Settanta, segna l’epilogo della transizione dalla moneta-merce alla monetasegno.
I tempi si fanno inquieti: le relazioni economiche internazionali
sono scosse da shock profondi, come le crisi petrolifere. In questo
passaggio l’Italia paga un prezzo alto in termini di perdita di valore della
lira: l’inflazione a due cifre erode il potere d’acquisto delle famiglie;
periodiche svalutazioni danno solo effimero sollievo a un sistema
produttivo che fatica a ritrovare nelle sue proprie risorse efficienza e
competitività.
Nel decennio successivo matura la scelta di rafforzare la
costruzione comunitaria europea, con il completamento del mercato
interno e infine con l’Unione economica e monetaria e l’euro. L’Italia ne
è protagonista, per diffusa aspirazione della comunità nazionale. Con le
parole anticipatrici di Carli, pronunciate nei primi anni Settanta: “Nel
Risorgimento l’ideale europeo si è intrecciato intimamente con il moto di
conquista dell’unità nazionale, così che i due motivi non sono sentiti
come contrastanti, ma quali momenti di un unico processo tendente
all’affermazione di una comunità culturalmente omogenea. Le vicende
dei decenni più recenti hanno dato a quella che nel secolo scorso poteva
apparire una visione utopistica un contenuto di urgenza, così che il
raggiungimento dell’unificazione europea è considerato un evento
6
indispensabile per la sopravvivenza stessa dei valori ai quali si ispirano
gli ideali nazionali” 5.
Oggi si ha ragione di ritenere che la stabilità della moneta e dei
prezzi sia legata alle aspettative degli operatori. Queste si formano sulla
base di elementi come: la chiarezza e la certezza delle regole di creazione
della moneta; l’affidabilità e la credibilità delle istituzioni che la
governano. L’affermazione di una cultura della stabilità monetaria è
cruciale per rendere virtuoso questo circuito.
Luigi Einaudi riteneva che la moneta fosse un contratto fra gli agenti
economici e che la sua stabilità andasse costruita anche educando questi
ultimi. Da giovane economista, nel 1905, volle curare la traduzione in
italiano di Lombard Street di Walter Bagehot 6, testo classico della cultura
anglosassone della stabilità monetaria, certo della sua efficacia formativa
anche per l’opinione pubblica. Da Governatore inventò lo strumento delle
Considerazioni Finali per parlare agli italiani, non solo agli specialisti. Di
fronte alla via perniciosa dell’inflazione, nel 1947 rivendicò al vertice della
Banca d’Italia il dovere e il privilegio di gettare “un grido di allarme”, ma
nello stesso tempo di “gridare alto la certezza che (...) quella via noi non la
percorreremo” 7.
Nell’ultimo mezzo secolo la Banca d'Italia ha proseguito questo
impegno formativo e informativo, con le collane di lavori di ricerca del
Servizio Studi, con gli interventi pubblici dei suoi esponenti, con il
contatto non episodico con l’università e le nuove generazioni. Tommaso
Padoa-Schioppa già sedici anni fa spiegava come una banca centrale
5 Banca d’Italia (1973), Relazione Annuale, Considerazioni Finali, p. 403.
6 Walter Bagehot (1905), Lombard Street – Il mercato monetario inglese (traduzione del prof. L.
Einaudi), Utet, Torino.
7 Banca d’Italia (1947), Relazione Annuale, Considerazioni Finali, p. 255.
7
8
contribuisca alla stabilità monetaria anche con “una costante opera di
informazione, di educazione, di chiarificazione che è parte integrante della
difesa del valore della moneta” 8.
Le banche centrali sanno oggi che una comunicazione efficace, una
comprensione diffusa delle questioni monetarie sono essenziali per il
successo della propria strategia di politica monetaria. L’Eurosistema è
impegnato a condividere con i mercati e con le opinioni pubbliche il
proprio modo di pensare, di decidere, di agire. È anche così che si
ancorano alla stabilità le aspettative sui prezzi nel medio-lungo periodo.
Non più centrata sulla quantità di metallo prezioso disponibile nel
sistema, la stabilità monetaria è affidata alla credibilità e alla sapienza
tecnica delle banche centrali; ma queste nulla possono se il valore della
stabilità non si sedimenta nella coscienza collettiva.
La mostra che inauguriamo oggi, il museo permanente che ne
raccoglierà il testimone, vogliono contribuire ad affermare questo valore,
che è patrimonio, comune e fondante, della cittadinanza europea.
8

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