L’evoluzione storica
L’origine delle banche popolari in Europa è strettamente legata all’industrializzazione e all’emersione della questione sociale; nel nostro Paese, questi fenomeni assunsero particolare rilevanza a seguito della realizzazione dell’unità nazionale, quando aree molto dissimili dal punto di vista sociale, economico e culturale si trovarono a condividere lo stesso destino.
Luigi Luzzati nel 1863 pubblicò la “Diffusione del credito e le banche popolari”, un “manifesto” in cui, partendo dall’analisi delle caratteristiche delle associazioni di credito tedesche, sosteneva la necessità di consentire ai privati di dar corso ad analoghe esperienze anche in Italia, senza indebite ingerenze da parte dello Stato.
Sia negli ambienti liberali sia in quelli vicini alla Chiesa cattolica, si affermò presto la convinzione che lo sviluppo del credito popolare potesse stemperare il conflitto tra capitale e lavoro e rappresentare un vettore di promozione sociale e di moralizzazione dei ceti operai e rurali meno abbienti, che in tal modo venivano sottratti al rischio dell’usura, aiutati a uscire da condizioni di disagio e avviati al conseguimento della proprietà.
Nella seconda parte dell’ottocento e nel corso del novecento le popolari hanno svolto un ruolo ampiamente positivo. Hanno saputo accompagnare lo sviluppo dei distretti industriali più dinamici del nostro Paese, essere di ausilio per i ceti meno abbienti, rispondere
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alle esigenze della clientela in termini di quantità e caratteristiche dei servizi offerti sfruttando pienamente i vantaggi della soft information.
Il contesto normativo, economico, sociale in cui questi risultati sono stati raggiunti era molto diverso da quello attuale. La normativa è in forte evoluzione, ma lo è anche l’economia, sempre più globale, competitiva, interconnessa. Le imprese, anche quelle di minore dimensione, si devono confrontare con la concorrenza di altri paesi, soprattutto emergenti, le loro esigenze finanziarie sono più articolate. I risparmiatori chiedono maggiore sicurezza e correttezza, rendimenti adeguati.
Fare banca oggi vuol dire soprattutto gestire efficacemente i rischi: il sostegno alla comunità – locale, nazionale o internazionale che sia – è funzione della capacità di produrre reddito al netto dei rischi. Come hanno reagito e quali prospettive si pongono per le popolari nel nuovo contesto?
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