Lo scorso anno sono stati compiuti sostanziali progressi nella costruzione di un
sistema finanziario internazionale più robusto e resistente alle crisi.
È stato definito il quadro regolamentare di Basilea III, con nuovi requisiti di
capitale e di liquidità, limiti alla leva finanziaria; la gradualità nell’entrata in vigore
impedirà che sia danneggiata la ripresa delle economie. I mercati dei derivati overthe-
counter avranno basi più sicure e trasparenti, con una maggiore standardizzazione
delle operazioni, obblighi di utilizzare controparti centrali per i contratti
standardizzati, l’accesso pieno e tempestivo ai dati da parte delle autorità. Abbiamo
identificato e avviato a correzione molti degli incentivi perversi che spingevano
all’assunzione di rischi eccessivi: nei metodi di remunerazione dei manager bancari,
nel ruolo delle agenzie di rating, nelle norme contabili.
Ma il lavoro davanti a noi è ancora cospicuo.
L’attività del Financial Stability Board (FSB) si sta ora concentrando, su
mandato del G20 di Seul, sul problema dell’azzardo morale presentato dalle
istituzioni finanziarie di importanza sistemica (SIFI): quelle istituzioni che,
nell’ultima crisi come in altre del passato, sono state considerate troppo grandi, o
troppo complesse e interconnesse, per essere lasciate fallire, ma che anzi hanno
spesso ricevuto iniezioni di capitale pubblico. La consapevolezza di non poter fallire
le induce a prendere rischi maggiori, mentre i mercati le finanziano a tassi più bassi
di quelli che applicano a intermediari esposti al rischio di fallimento.
Capacità di liquidare queste istituzioni senza minare il funzionamento dei
mercati e senza attingere al denaro pubblico; certezza che esse possano assorbire
perdite maggiori di quelle sopportabili da intermediari di minore importanza; una
vigilanza più estesa e più penetrante; sono questi i tre pilastri su cui si baseranno le
raccomandazioni dell’FSB. Entro quest’anno il Board pubblicherà: le caratteristiche
essenziali che le norme nazionali per la liquidazione delle SIFI dovranno possedere;
uno schema dei piani di ristrutturazione e liquidazione che ogni SIFI dovrà adottare;
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una prima analisi delle questioni attinenti al coordinamento internazionale delle leggi
su questa materia. La parola passa ora ai legislatori, ai governi.
Entro la metà di quest’anno intendiamo definire i parametri che identificano le
SIFI globali, a cui iniziare ad applicare regole prudenziali più rigorose. I criteri
terranno conto non solo della dimensione, ma anche del grado di interconnessione
con altri intermediari e della rilevanza in specifici segmenti del mercato finanziario.
La necessaria discrezionalità da lasciare alle autorità nazionali nell’applicazione dei
criteri dovrà essere bilanciata da peer reviews, da avviare alla fine del 2012.
Occorre migliorare la capacità delle SIFI di assorbire perdite, in modo da
ridurre al massimo la probabilità, o l’impatto sistemico, di una crisi; le misure a
questo fine comprendono requisiti aggiuntivi a quelli previsti da Basilea III. Gli
accorgimenti tecnici possibili sono vari: ratios di capitale ordinario più elevati, la
partecipazione di alcuni creditori alle perdite (bail-in), strumenti di debito che si
convertono in capitale al verificarsi di specifici eventi (contingent capital).
Un altro campo di azione per l’FSB riguarda il “sistema bancario ombra”.
Siamo impegnati a definire una mappa di quelle attività e di quegli intermediari che,
originando credito e trasformazione di scadenze al di fuori del sistema bancario
regolato, necessitano di regole e supervisione non dissimili da quelle che si applicano
a quest’ultimo.
Le nuove istituzioni di vigilanza europee sono ora operative. L’impegno più
ravvicinato, che vedrà in particolare coinvolta l’Autorità bancaria europea (European
Banking Authority), saranno le prove di stress sulle principali banche. Le prove
dovranno possedere quattro requisiti: severità degli scenari ipotizzati; vaglio rigoroso
dei risultati con una metodologia comune e un’attenta peer review; piena trasparenza;
pronta individuazione delle azioni di correzione. Questi requisiti sono essenziali per
la credibilità dell’esercizio e per la valutazione che i mercati faranno del sistema
bancario europeo.
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L’armonizzazione delle regole prudenziali è l’altro urgente obiettivo da
conseguire. Un insieme di regole comuni (il single rulebook) contribuirà a evitare che
regole e prassi di vigilanza meno severe in un paese possano compromettere la
stabilità del sistema finanziario europeo, ripercuotersi sulle economie di altri paesi,
implicare distorsioni della concorrenza. Un primo banco di prova sarà l’attuazione in
Europa delle norme di Basilea III. Tutti i paesi europei si sono impegnati a recepirle
con principi rigorosi, che già caratterizzano il nostro modello di vigilanza, la cui
validità è stata confermata durante la crisi.
Il Consiglio europeo per il rischio sistemico (European Systemic Risk Board),
chiamato a segnalare aree di rischio e a formulare raccomandazioni, dovrà poter
affiancare all’attività di analisi strumenti di intervento efficaci. Si avvarrà di
valutazioni dei rischi per la stabilità sistemica condivise con le autorità di vigilanza
microprudenziali.
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