4. Tecnocrazia e democrazia
Separando la nozione di sovranità da quella di territorio cresce tuttavia
il rischio – alcuni sostengono – di un deficit democratico: si potrebbe temere
l’affermazione di un’opaca tecnocrazia globale, formata da regolatori non
eletti e quindi non sottoposti al giudizio delle proprie constituencies politiche
se non in forme mediate e sostanzialmente inefficaci.
Ma quanto è fondato un timore del genere? Esso pare traslare su scala
internazionale l’analogo timore un tempo espresso, in singoli paesi o aree
monetarie, verso l’autonomia della banca centrale dal potere politico, oggi
indiscussa. Il “render conto delle proprie azioni”, con trasparenza, nei tempi e
nelle forme prescritte dalla legge, è la chiave per risolvere ogni potenziale
tensione fra autorità indipendenti e istituzioni politiche. Questa lezione, appresa
dalla storia delle moderne banche centrali, va applicata ovunque serva.
Le strutture transgovernative mirano a rispondere alla crescente
interdipendenza delle economie con analisi e interventi che superano quelli
dei singoli Stati nazionali, che pure rimangono i referenti ultimi dei processi
decisionali. Occorre ciò nondimeno interrogarsi sulla natura della sovranità.
In gioco è l’attributo della territorialità, la base dello Stato-nazione.
Esso è collegato strettamente con la questione dei fondamenti possibili di una
giustizia globale: una linea di pensiero che risale a Hobbes sostiene come la
giustizia non sia scindibile dalla capacità di enforcement di un contratto
sociale, che appartiene solo allo Stato e con riferimento a un territorio
determinato. Scrive Max Weber: “lo Stato è quella comunità umana la quale
nell’ambito di un determinato territorio – ed è il territorio l’elemento
caratteristico – pretende per sé (con successo) il monopolio dell’uso legittimo
della forza”1.
1 Max Weber, La politica come professione, Armando Editore, 1997.
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Da dove allora trarre la legittimità di regole, leggi, procedure in un
ambito internazionale in cui non esiste un Leviatano? La domanda cerca
ancora una risposta definitiva. È chiaro che forme di governo globale sono
oggi indispensabili, ma è anche chiaro che esse richiedono il sacrificio di parti
di sovranità nazionale.
L’Unione europea è un punto di riferimento nel mondo per come ha
saputo sviluppare negli anni una forma originale di governo, fondata sugli Stati
sovrani ma dotata di strutture sovranazionali volte alla soluzione di problemi
comuni. Il suo assetto è in evoluzione. I successi si accompagnano con tensioni
fra Stati e fra questi e le istituzioni comunitarie. Ma per noi italiani, per noi
europei, l’Unione è la condizione essenziale per progredire ancora.
![Reazione del mercato alla vittoria elettorale di Trump nel 2016](https://i-invdn-com.investing.com/news/LYNXMPEA7H0NX_S.jpg)
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