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Greggio col fiato sospeso per la Brexit, oro sotto i 1.500 dollari

La mossa da “o la va o la spacca” sulla Brexit del premier britannico Boris Johnson alimenta i timori dei long sul greggio questa settimana, insieme all’incertezza per la crescita economica cinese ed alle voci secondo cui la Russia non avrebbe rispettato i tagli alla produzione.

L’oro, intanto, potrebbe non allontanarsi troppo dal livello di 1.500 dollari sulla scia del supporto fornito dalla determinazione iniziale del Regno Unito di lasciare l’Unione Europea il 31 ottobre. E questo malgrado Johnson abbia poi chiesto al blocco una proroga di tre mesi in seguito alla sconfitta in parlamento del suo piano di divorzio, sabato.

Johnson tenterà un altro voto in parlamento oggi. Una cosiddetta hard Brexit (ossia un’uscita senza accordo) potrebbe avere delle gravi ripercussioni sui mercati del rischio globali, compreso il greggio, che nell’ultimo mese ha faticato ad infrangere il tetto dei 55 dollari al barile per il riferimento USA e dei 60 dollari per il Brent, il riferimento internazionale.

Il limbo della Brexit potrebbe causare un gap tra gli asset legati al rischio

Fiona Cincotta, analista di forex.com, avverte in una nota che “gli asset legati al rischio potrebbero registrare dei gap” in caso di un’altra pesante sconfitta del piano di divorzio del Regno Unito.

Un altro tallone di Achille per il greggio sono stati i dati economici deludenti pubblicati dalla Cina.

La crescita del PIL della seconda economia mondiale è scivolata al 6% nei tre mesi terminati a settembre, in calo dal 6,2% del trimestre precedente, secondo i dati di venerdì. Si tratta del livello più basso da quando la Cina ha cominciato a pubblicare i dati trimestrali nel 1993.

Gli anemici dati cinesi continuano a pesare sul greggio

Dominick Chirichella, direttore del rischio e del trading dell’Energy Management Institute di New York, afferma:

“Il mercato sta diventando sempre più preoccupato per un rallentamento economico cinese in quanto la crescita della domanda petrolifera globale probabilmente lo seguirebbe al ribasso, poiché la Cina è il motore principale per la crescita della domanda nel complesso petrolifero”.

WTI 300-Min Chart

Il greggio è bloccato in un range di 5 dollari da entrambi i lati sulla scia dell’attacco del 14 settembre contro gli impianti petroliferi sauditi.

Ieri la Russia ha peggiorato la già debole propensione al rischio sul greggio ammettendo di aver prodotto più greggio a settembre di quello previsto dall’accordo OPEC, il suo alleato per il supporto dei prezzi degli ultimi tre anni.

Anche i giochi della Russia con l’OPEC+ pesano sul mercato

La Russia, l’OPEC ed altri produttori petroliferi, un’alleanza nota come OPEC+, a dicembre hanno deciso di ridurre le scorte di 1,2 milioni di barili al giorno a partire dall’inizio di quest’anno. Mosca nel fine settimana ha reso noto di aver superato la sua quota di produzione OPEC+ il mese scorso, dopo un aumento della produzione di gas condensato, in preparazione all’inverno.

Sebbene numerosi membri dell’OPEC in passato abbiano espresso la propria opinione sulle pratiche selettive della Russia nel mettere in atto l’impegno preso con l’organizzazione, il leader di fatto del cartello, l’Arabia Saudita ha evitato di criticare apertamente il paese sulla questione per via della sensibilità del ruolo di Mosca in quanto alleato non-membro.

Alcuni analisti affermano che questo aspetto abbia rafforzato ancor di più la Russia nell’agire a suo piacimento con l’OPEC, con grande delusione da parte degli altri membri del gruppo.

La nuova venture petrolifera Arabia Saudita-Kuwait potrebbe far arrivare altri barili indesiderati

A pesare ulteriormente sul greggio contribuisce il tentativo di Kuwait ed Arabia Saudita di riprendere la produzione nei giacimenti che gestiscono insieme nella Zona Neutrale da 500.000 barili al giorno.

I media del Kuwait, citando fonti anonime, affermano che i due membri chiave dell’OPEC avrebbero deciso di riprendere la produzione di greggio nei giacimenti nei territori condivisi. Il vice ministro degli esteri del Kuwait ha finora descritto i negoziati sul progetto come “molto positivi”.

Gli analisti, tuttavia, non sono altrettanto entusiasti per la prospettiva che i due colossi del Golfo aggiungano ulteriore greggio ad un mercato che sembra ancora una volta in esubero.

Stephen Innes, esperto di strategie di mercato di AxiTrader, ha affermato, secondo quanto riporta Reuters, che:

“Questi barili extra arriveranno sul mercato in un momento davvero sbagliato”.

L’oro potrebbe restare vicino ai 1.500 dollari

L’oro ha registrato un rialzo settimanale venerdì ma gli investitori alla ricerca di un rifugio e quelli tradizionalmente long sul metallo prezioso ne sono rimasti perlopiù fuori, lasciando scendere i prezzi, con pochi fattori da seguire in vista del voto sulla Brexit.

La materia prima è inoltre scesa tra i segnali che meno banche centrali in tutto il mondo potrebbero intraprendere un’altra serie di allentamenti monetari.

Gold 60-Min Chart

Sulla settimana, sia i Future dell'Oro USA che i lingotti hanno registrato un lieve rialzo, sebbene siano rimasti a poco meno della linea rialzista di 1.500 dollari.

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