Investing.com – A poche ore dalla pubblicazione dell’agenda Monti anche la Banca d’affari Americana esprime i suoi dubbi e le sue perplessità sul passato operato dell’ex premier Italiano, non solo; il giudizio si estende anche ai futuri progetti del professore giudicandoli piuttosto severamente.
Per quanto attiene al suo passato operato in qualità di premier la Goldman Sachs rileva che le promesse iniziali sono state un fallimento in quanto non portate a compimento in una delle sue componenti essenziali .
Cita ad esempio di ciò le mancate liberalizzazioni, punto di fondamentale importanza nel programma iniziale di governo, riforme che avrebbe consentito se realizzate, una certa rivitalizzazione dell’economia Italiana.
Il rapporto considera che, se questi essenziali cambiamenti non sono stati eseguiti neppure durante un governo di tecnici e con uno spread ai massimi, riuscire a farlo ora tramite la realizzazione di una agenda programmatica, sarà molto più difficile.
Vengono giudicate, le ipotesi di lavoro dell’agenda Monti, come un mix di proposte già viste e mai realizzate nel passato, carenti nell’evidenziare i vecchi problemi Italiani di stretta commistione fra politica e mondo bancario, velleitarie nel proporre risanamento attraverso la realizzazione di progetti quali la lotta all’evasione fiscale stante il forte clima di scontento sociale relativo all’elevata tassazione ed alla palese inefficienza della spesa pubblica, peccanti di una certa faciloneria nel parlare dell’introduzione di nuove forme di finanziamento volte a migliorare l’accesso al credito delle imprese.
Severamente bocciata anche la posizione relativa alla volontà di abbattere il livello del disavanzo pubblico tramite la creazione di nuovo debito stante il livello attuale che supera già il 120%, il modello è, a detta della banca Statunitense, palesemente irrealizzabile, come dimostra l’insostenibile modello di sviluppo occidentale al quale le proposte di Monti si ispirano.
Forti critiche, motivate e dettagliate, vengono poi avanzate anche, sia sul programma ipotizzato da Monti per l’abbattimento dello spread Bund-BTP, che sulla sostenibilità della ipotizzata riduzione del debito se non con un allungamento delle scadenze che non è neppure preso in considerazione dall’agenda del professore, che sull’intento di riequilibrare verso i redditi più alti l’asfissiante pressione fiscale, stante la già avvenuta e certificata anche dai rapporti delle grandi banche internazionali quali la HSBC, migrazione dei grandi capitali Italiani all’estero nella misura del 78%.
Infine viene dichiarata del tutto velleitaria la volontà del professore di preservare, con gli attuali livelli di spesa, un welfare che ha ormai ampiamente dimostrato la sua insostenibilità e che dovrà inevitabilmente essere rivisto al ribasso.
Il giudizio complessivo di Goldman Sachs è del tutto negativo sull’agenda del professore che viene in buona sostanza dichiarata , vecchia nelle sue proposte, poco attenta alla realtà del paese, per nulla innovativa e assolutamente velleitaria nei suoi obiettivi.
Per quanto attiene al suo passato operato in qualità di premier la Goldman Sachs rileva che le promesse iniziali sono state un fallimento in quanto non portate a compimento in una delle sue componenti essenziali .
Cita ad esempio di ciò le mancate liberalizzazioni, punto di fondamentale importanza nel programma iniziale di governo, riforme che avrebbe consentito se realizzate, una certa rivitalizzazione dell’economia Italiana.
Il rapporto considera che, se questi essenziali cambiamenti non sono stati eseguiti neppure durante un governo di tecnici e con uno spread ai massimi, riuscire a farlo ora tramite la realizzazione di una agenda programmatica, sarà molto più difficile.
Vengono giudicate, le ipotesi di lavoro dell’agenda Monti, come un mix di proposte già viste e mai realizzate nel passato, carenti nell’evidenziare i vecchi problemi Italiani di stretta commistione fra politica e mondo bancario, velleitarie nel proporre risanamento attraverso la realizzazione di progetti quali la lotta all’evasione fiscale stante il forte clima di scontento sociale relativo all’elevata tassazione ed alla palese inefficienza della spesa pubblica, peccanti di una certa faciloneria nel parlare dell’introduzione di nuove forme di finanziamento volte a migliorare l’accesso al credito delle imprese.
Severamente bocciata anche la posizione relativa alla volontà di abbattere il livello del disavanzo pubblico tramite la creazione di nuovo debito stante il livello attuale che supera già il 120%, il modello è, a detta della banca Statunitense, palesemente irrealizzabile, come dimostra l’insostenibile modello di sviluppo occidentale al quale le proposte di Monti si ispirano.
Forti critiche, motivate e dettagliate, vengono poi avanzate anche, sia sul programma ipotizzato da Monti per l’abbattimento dello spread Bund-BTP, che sulla sostenibilità della ipotizzata riduzione del debito se non con un allungamento delle scadenze che non è neppure preso in considerazione dall’agenda del professore, che sull’intento di riequilibrare verso i redditi più alti l’asfissiante pressione fiscale, stante la già avvenuta e certificata anche dai rapporti delle grandi banche internazionali quali la HSBC, migrazione dei grandi capitali Italiani all’estero nella misura del 78%.
Infine viene dichiarata del tutto velleitaria la volontà del professore di preservare, con gli attuali livelli di spesa, un welfare che ha ormai ampiamente dimostrato la sua insostenibilità e che dovrà inevitabilmente essere rivisto al ribasso.
Il giudizio complessivo di Goldman Sachs è del tutto negativo sull’agenda del professore che viene in buona sostanza dichiarata , vecchia nelle sue proposte, poco attenta alla realtà del paese, per nulla innovativa e assolutamente velleitaria nei suoi obiettivi.