(Reuters) - Nonostante le riforme istituzionali realizzate negli ultimi anni l'Unione Europea resta vulnerabile a nuovi shock e quindi il merito di credito di governi ed altri emittenti di debito è esposto a implicazioni negative.
E' quanto si legge in un rapporto di Moody's Investors Service dal titolo "European Union: Significant Political Change, Yet Economic Vulnerabilities Remain".
Secondo Moody's le riforme istituzionali e l'integrazione della zona euro restano incomplete. Resta per esempio da fare a livello dell'Unione Bancaria Europea, il "Piano Juncker" per promuovere gli investimenti ha incontrato delle difficoltà e ancora non si parla di unione fiscale.
Il referendum del 23 giugno sulla permanenza del Regno Unito nell'Unione Europea ha inoltre creato incertezza. Se il Regno Unito dovesse scegliere di lasciare l'Ue aumenterà il sostegno ai partiti anti-Ue di altri Paesi, indebolendo la fiducia degli investitori e creando problemi di liquidità agli emittenti Ue.
"Anche se la Ue esce pressochè indenne dalle attuali sfide, anche una 'piccola' nuova crisi potrebbe minacciare la sostenibilità dell'attuale assetto istituzionale se avvenisse in presenza di un'opinione pubblica sfavorevole e di sviluppi politici populisti", ha commentato Colin Ellis, managing director di Moody's e coautore del rapporto.