Investing.com - Il taglio alla produzione annunciato dall'Arabia Saudita e le restrizioni all'output confermate dall'OPEC fino al 2024 non sembrano poter cambiare più di tanto il quadro ribassista sul greggio mondiale.
Nella terza revisione sull'oro nero in appena sei mesi, Goldman Sachs (NYSE:GS) ha tagliato le previsioni 2023 sul greggio di quasi il 10%, portando le stime sul Brent per dicembre a 86 dollari al barile dalle precedenti stime di $95, e a $89 dai precedenti $81 per le quotazioni del WTI a dicembre.
Alla base delle nuove previsioni c'è una produzione russa che "è rimasta solida anche di fronte alle sanzioni occidentali". "Dopo un primo forte calo di 1,5 milioni di barili al giorno, l'offerta russa si è quasi completamente ripresa nonostante la decisione di molte compagnie di smettere di acquistare barili russi", hanno scritto da Goldman in una nota.
La banca ha rivisto al rialzo le previsioni sull'offerta di petrolio da parte dei Paesi sottoposti a sanzioni, con "aggiornamenti positivi al 2024 per Russia, Iran e Venezuela rispettivamente di 0,4/0,35/0,05 milioni di barili al giorno".
A questo si aggiungono le notizie, pero ora smentite, di un accordo provvisorio sul nucleare tra Stati Uniti e Iran, il quale potrebbe portare "almeno un milione di barili al giorno in più di esportazioni".
I tagli di Ryhad sulla produzione difficilmente porteranno ad un'impennata sostenuta dei prezzi, hanno affermato da GS, anche se la produzione del regno subirà un calo a 9 milioni di barili al giorno rispetto ai circa 10 milioni di barili di maggio.
"Il taglio supplementare dell'Arabia Saudita e la nostra aspettativa che l'OPEC+ estenda metà del taglio volontario di aprile nel 2024 probabilmente compenseranno solo in parte questi shock ribassisti", ha sottolineato il report della banca americana.