Investing.com - I futures del greggio crollano al minimo di quasi tre mesi questo lunedì nei crescenti timori per un’eventuale caotica uscita dalla zona euro.
Sull’ICE Futures Exchange di Londra, il greggio Brent con consegna ad agosto ha toccato il minimo intraday di 59,38 dollari al barile, un livello che non si registrava dal 15 aprile, prima di attestarsi a 59,67 dollari negli scambi della mattinata europea, con un crollo di 65 centesimi, o dell’1,07%.
Sul New York Mercantile Exchange, il greggio con consegna ad agosto ha perso 1,27 dollari o il 2,29%, ed è sceso a 54,25 dollari al barile dopo aver segnato il minimo giornaliero di 53,93 dollari, il minimo dal 14 aprile.
Lo spread tra i contratti del greggio Brent e quelli WTI è di 4,47 dollari al barile, rispetto ai 3,39 dollari segnati alla chiusura di giovedì.
Secondo le ultime notizie, circa il 62% degli elettori ellenici nel referendum ha appoggiato il governo respingendo le condizioni del salvataggio. Il risultato del referendum alimenta i dubbi per il futuro della Grecia nella zona euro mentre le trattative i creditori sono ancora su un binario morto.
Il Primo Ministro greco Alexis Tsipras, soddisfatto dell’esito del referendum, ha dichiarato che Atene tornerà al tavolo delle trattative con l’obiettivo di riaprire le banche, che sono rimaste chiuse per una settimana dopo l’imposizione del controllo di capitali.
Senza altri fondi di emergenza da parte della Banca Centrale Europea, le banche elleniche resteranno a corto di liquidità in pochi giorni. Nel corso della giornata, la BCE deciderà se mantenere i fondi di emergenza destinati alle banche elleniche agli attuali livelli.
Con una decisione a sorpresa, il Ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis ha rassegnato le proprie dimissioni, nonostante i risultati del referendum. Varoufakis ha spiegato che la decisione è stata causata in parte da “alcuni partner europei” che lo vorrebbero fuori da altre trattative.
Si prevede che il successore verrà nominato quest’oggi dopo un vertice politico che si terrà in Grecia.
La Cancelliera tedesca Angela Merkel ed il Presidente francese Francois Hollande terranno un vertice questo pomeriggio a Parigi, mentre domani sera i leader della zona euro terranno una conferenza per discutere delle conseguenze del referendum della Grecia.
I funzionari europei hanno dichiarato che continueranno a finanziare la Grecia solo se ci saranno delle riforme economiche.
L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, è in salita dello 0,35% al massimo di un mese di 96,71, spinto da un euro più debole.
Un dollaro più forte solitamente rende le materie prime espresse in dollari più costose per i titolari di altre valute.
L’euro scende dello 0,75% a 1,1031, mentre è negativo l’andamento di tutti i mercati azionari europei ed il rendimento dei bond italiani, spagnoli e portoghesi ha registrato un’impennata tra i crescenti timori che la Grecia possa essere il primo paese a lasciare la zona euro.
I futures del greggio hanno registrato un forte calo la scorsa settimana dopo che Baker Hughes (NYSE:BHI) ha dichiarato che il numero degli impianti di trivellazione negli Stati Uniti è salito di 12 unità la scorsa settimana a 640, dopo 29 settimane consecutive in calo.
Gli investitori stanno seguendo con attenzione inoltre le trattative sul nucleare tra l’Occidente e l’Iran, che potrebbero comportare l’immissione di milioni di barili di greggio sul mercato mondiale, un mercato dove però il greggio risulta già in esubero.
La produzione globale di greggio supera ancora di gran lunga la domanda per via dell’impennata del petrolio di scisto negli Stati Uniti e della decisione dello scorso anno dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio di non ridurre la produzione.