Investing.com - Il prezzo del greggio continua a salire negli scambi statunitensi di questo martedì, con i futures del Brent che superano i 51 dollari per la prima volta in otto mesi, mentre i traders continuano a tenere d’occhio l’interruzione delle forniture globali.
Sull’ICE Futures Exchange di Londra, il greggio Brent con consegna ad agosto sale al massimo intraday di 51,30 dollari al barile, il massimo dal 12 ottobre. Alle 12:35 GMT, o alle 8:35 ET il prezzo si è attestato a 51,11 dollari, con un balzo di 56 centesimi, o dell’1,12%.
Ieri, i futures del Brent scambiati sulla borsa di Londra sono schizzati di 91 centesimi, o dell’1,83%, dopo la notizia di nuovi attacchi agli impianti petroliferi nigeriani da parte dei miliziani.
Nelle ultime settimane, il prezzo del Brent è stato supportato dal momento che l’improvvisa interruzione delle forniture in Africa ha ridotto i timori per l’eccesso delle scorte globali. I futures del Brent hanno subito un’impennata di circa l’85% dopo essere crollati sotto i 30 dollari al barile a metà febbraio.
Intanto, sul New York Mercantile Exchange, il greggio con consegna a luglio sale di 49 centesimi, o dello 0,99%, a 50,18 dollari al barile dopo aver toccato il massimo giornaliero di 50,37 dollari, un livello che non si registrava dal 9 ottobre.
Il greggio scambiato sulla borsa di New York ha segnato un’impennata di 1,07 dollari, o del 2,2% ieri, quando Genscape, un gruppo di settore, ha riportato un calo di 1,08 milioni di barili a Cushing, in Oklahoma, il principale hub di consegna dei futures WTI nella settimana terminata il 3 giugno.
I traders attendono ora i nuovi dati settimanali sulle scorte di greggio e prodotti raffinati USA. L’American Petroleum Institute pubblicherà il report sulle scorte nel corso della giornata, mentre il report governativo di domani dovrebbe mostrare che le scorte di greggio sono scese di 3,5 milioni di barili nella settimana terminata il 3 giugno.
I futures del greggio USA hanno segnato un’impennata di circa l’80% dopo essere crollati al minimo di 13 anni di 26,05 dollari l’11 febbraio, grazie alla riduzione della produzione di petrolio di scisto che ha incoraggiato il sentimento. Tuttavia, con i prezzi ad un livello che rende la trivellazione economica per alcuni impianti, il numero degli impianti di trivellazione potrebbe tornare ad aumentare ed il calo della produzione statunitense potrebbe rallentare.
Secondo quanto dichiarato venerdì dall’agenzia di ricerche di settore Baker Hughes, il numero degli impianti di trivellazione negli Stati Uniti è salito di nove unità la scorsa settimana, a 325, mettendo fine ad un calo durato tre mesi consecutivi.
La ripresa dell’attività di trivellazione negli Stati Uniti ha alimentato le speculazioni che la produzione nazionale possa aumentare nelle prossime settimane, scatenando i timori per l’eccesso di scorte.
Intanto, lo spread tra i contratti del greggio Brent e quelli WTI è di 93 centesimi al barile, rispetto agli 86 centesimi segnati alla chiusura di ieri.