LONDRA (Reuters) - I prezzi del petrolio ritracciano dopo che la scorsa settimana i nuovi tagli alla produzione di greggio da parte di Arabia Saudita e Russia avevano spinto le quotazioni ai massimi di 10 mesi.
La scorsa settimana Arabia Saudita e Russia hanno annunciato l'estensione dei tagli volontari all'offerta, in totale 1,3 milioni di barili al giorno, fino alla fine dell'anno.
Alle 11,20 il Brent perde lo 0,18% a 90,49 dollari al barile, mentre il West Texas Intermediate statunitense cede lo 0,51% a 87,06 dollari.
I tagli all'offerta hanno portato in secondo piano i timori legati all'attività economica cinese che hanno funestato il mercato la scorsa settimana, ma gli investitori oggi sembrano concentrati sui 'driver' della domanda, in particolare sui report mensili dell'Agenzia internazionale dell'energia (Aie) e dell'Opec, attesi per questa settimana.
Secondo Mukesh Sahdev, responsabile del downstream e del trading petrolifero di Rystad Energy, l'impatto dei tagli guidati dall'Arabia Saudita sarà più chiaro entro la fine dell'anno, quando le raffinerie termineranno la manutenzione e aumenteranno la produzione.
"La manutenzione delle raffinerie ridurrà la domanda di greggio di 2-2,5 milioni di bpd in settembre e ottobre, ma rimbalzerà in novembre e dicembre, compensando parzialmente gli effetti dei tagli sui prezzi", ha aggiunto Sahdev, stimando che le interruzioni delle raffinerie raggiungeranno un picco di 10 milioni di bpd in ottobre.
Tra i fattori economici sotto i riflettori, la Banca centrale europea annuncerà questa settimana la sua decisione mensile sui tassi di interesse. Negli Stati Uniti, intanto, mercoledì è in agenda il dato sull'indice dei prezzi al consumo di agosto.
"Il dato economico chiave per gli Stati Uniti questa settimana sarà quello sull'inflazione, che probabilmente influenzerà tutto, dall'azionario al forex, al reddito fisso e ai prezzi delle materie prime", ha detto Naeem Aslam di Zaye Capital Markets.
(Tradotto da Luca Fratangelo, editing Sabina Suzzi)