(Reuters) - I prezzi del greggio perdono terreno, con la debolezza della domanda in primo piano dopo che Opec+ ha rinviato gli aumenti di offerta previsti e ha esteso i tagli alla produzione fino alla fine del 2026.
Intorno alle ore 10,40 italiane, i futures sul Brent cedono 32 centesimi, o lo 0,4%, a 71,77 dollari il barile. I futures sul greggio statunitense West Texas Intermediate scambiano in ribasso di 28 centesimi, o dello 0,4%, a 68,02 dollari il barile.
Per la settimana, il Brent perde l'1,5%, mentre il WTI guadagna lo 0,2%.
Ieri l'Opec+ ha posticipato di tre mesi, fino ad aprile, l'inizio dell'aumento della produzione di petrolio e ha esteso di un anno, fino alla fine del 2026, l'eliminazione completa dei tagli.
Il gruppo, responsabile per circa la metà della produzione mondiale di petrolio, prevedeva di iniziare a ridurre i tagli a partire da ottobre 2024, ma il rallentamento della domanda globale - soprattutto in Cina - e l'aumento della produzione altrove hanno portato a rinviare il piano più volte.
"L'esito dell'ultima riunione dei membri dell'OPEC+ ci ha sorpreso positivamente... L'estensione dei tagli alla produzione dimostra che il gruppo rimane unito e punta ancora a mantenere il mercato del petrolio in equilibrio", ha detto Giovanni Staunovo, analista di Ubs.
In contrasto con le aspettative del mercato, Ubs prevede che il calo delle scorte di petrolio quest'anno e un mercato equilibrato nel 2025 sosterranno i prezzi nei prossimi mesi, ha aggiunto Staunovo. Ubs prevede che il Brent si attesterà in media a 80 dollari l'anno prossimo.
Nell'ultimo mese il Brent si è mantenuto in un range ristretto di 70-75 dollari al barile, con gli investitori alle prese con i deboli segnali di domanda in Cina e l'aumento del rischio geopolitico in Medio Oriente.
Morgan Stanley (NYSE:MS) ha alzato le proprie previsioni sul prezzo del Brent a 70 dollari al barile per la seconda metà del 2025, da 66-68 dollari al barile, notando che il nuovo accordo di produzione Opec+ ha reso più rigide le previsioni del broker sulla domanda e l'offerta, soprattutto per la seconda metà dell'anno.
Morgan Stanley stima comunque un'eccedenza del mercato petrolifero nel 2025, anche se minore rispetto al passato.
(Tradotto da Enrico Sciacovelli, editing Stefano Bernabei)