LONDRA (Reuters) - I prezzi del petrolio invertono la rotta, dopo essere saliti di oltre l'1% nella seduta di ieri, su un dollaro più solido e con gli investitori che hanno superato il nervosismo derivante dai tagli all'offerta di Arabia Saudita e Russia.
Intorno alle 11,10, i futures sul Brent cedono 76 centesimi a 89,28 dollari al barile. I futures sul greggio statunitense West Texas Intermediate (Wti) scambiano a 86,00 dollari al barile, in calo di 69 centesimi.
Ieri Arabia Saudita e Russia hanno esteso i tagli volontari al greggio fino alla fine dell'anno, rispettivamente di 1 milione e di 300.000 barili al giorno (bpd). Questi tagli si aggiungono a quelli concordati ad aprile da diversi produttori Opec+ fino alla fine del 2024.
Entrambi i Paesi rivedranno mensilmente le proprie decisioni per valutare se aumentare i tagli o aumentare la produzione a seconda delle condizioni di mercato.
Tuttavia, l'aumento dei prezzi del petrolio potrebbe essere frenato se la domanda di greggio dovesse diminuire con l'entrata delle raffinerie statunitensi nel periodo di manutenzione di settembre-ottobre, ha spiegato Sugandha Sachdeva di Acme Investment Advisors.
Inoltre l'aumento dell'offerta di greggio iraniano potrebbe frenare il rialzo dei prezzi. "L'Iran sta producendo quasi 3,1 milioni di barili al giorno (bpd) e prevede di pompare circa 3,4 milioni di bpd", hanno osservato gli analisti di Ing Economics.
(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Gianluca Semeraro)