LONDRA (Reuters) - Il greggio perde circa l'1,5% e si avvia verso un calo settimanale, a causa dei timori di ulteriori aumenti dei tassi di interesse della Federal Reserve statunitense che potrebbero pesare sulla domanda, in aggiunta ai segnali di un'ampia offerta.
Ieri due rappresentanti della Fed hanno avvertito che ulteriori aumenti dei tassi d'interesse sono essenziali per abbassare l'inflazione ai livelli desiderati. Le aspettative di rialzo dei tassi hanno fatto salire il dollaro statunitense, rendendo il greggio più costoso per i detentori di altre valute.
Intorno alle ore 10,35 italiane, i futures sul Brent cedono 1,24 dollari, o l'1,5%, a 83,90 dollari il barile, mentre i futures sul greggio statunitense Wti scivolano di 1,21 dollari, o dell'1,5%, a 76,28 dollari il barile.
Entrambi i benchmark si avviano a chiudere la settimana in calo di oltre il 3%.
I produttori petroliferi russi prevedono di mantenere gli attuali volumi di esportazione di greggio, nonostante il piano del governo di tagliare la produzione a marzo, in base a quanto riferito dal quotidiano Vedomosti, citando fonti a conoscenza dei piani delle aziende.
I dati sulle scorte statunitensi nella settimana fino al 10 febbraio, pubblicati mercoledì, hanno mostrato un aumento di 16,3 milioni di barili a 471,4 milioni di barili, ai massimi dal giugno 2021.
Questa settimana l'Agenzia Internazionale dell'Energia e l'Opec hanno alzato le loro previsioni sulla crescita della domanda globale di petrolio quest'anno, citando le aspettative di una maggiore domanda cinese.
Il ministro dell'Energia dell'Arabia Saudita ha detto che l'attuale accordo Opec+ per tagliare gli obiettivi di produzione di greggio di 2 milioni di barili al giorno rimarrà in vigore fino alla fine dell'anno, aggiungendo di essere cauto sulla domanda cinese.
(Tradotto da Enrico Sciacovelli, editing Stefano Bernabei)