LONDRA (Reuters) - I prezzi del petrolio scivolano nei primi scambi, dopo essere scesi ai minimi di tre settimane nella seduta precedente, a causa del rafforzamento del dollaro, dell'aumento dei rendimenti dei Treasury statunitensi e dei segnali contrastanti sull'offerta.
Intorno alle 11,20, i futures sul Brent perdono 6 centesimi a 90,65 dollari al barile, mentre il greggio statunitense West Texas Intermediate (Wti) sono in lieve rialzo di 3 centesimi a 88,85 dollari al barile. In precedenza, i prezzi erano scesi di circa l'1%.
Il dollaro statunitense ieri è salito ai massimi da 10 mesi rispetto a un paniere di valute principali, dopo che il governo degli Stati Uniti ha evitato uno shutdown parziale e i dati economici hanno alimentato le aspettative che la Federal Reserve manterrà ancora i tassi elevati, il che potrebbe rallentare la crescita economica.
L'aumento dei tassi di interesse e il rafforzamento del dollaro rendono il petrolio più costoso per i detentori di altre valute, il che potrebbe frenare la domanda di petrolio.
A pesare ulteriormente sui prezzi, l'annuncio del ministro dell'Energia turco che il Paese riavvierà questa settimana le operazioni su un oleodotto proveniente dall'Iraq, sospese da circa sei mesi.
L'Opec+, l'organizzazione dei paesi esportatori di petrolio più la Russia e altri alleati, dovrebbe mantenere invariate le impostazioni di produzione nella riunione di mercoledì, mantenendo le forniture sotto controllo.
(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Stefano Bernabei)