LONDRA (Reuters) - I prezzi del petrolio sono in calo, con l'incertezza delle prospettive economiche per la Cina che prevale sulle attese di forniture limitate per il prolungamento dei tagli all'offerta di Arabia Saudita e Russia.
Alle 13.00 i futures sul Brent perdono lo 0,46% a 90,17 dollari al barile mentre il greggio Usa cede lo 0,56% a 87,04 dollari.
Entrambi i contratti sono balzati all'inizio della settimana dopo che Arabia Saudita e Russia, i due principali esportatori di petrolio al mondo, hanno esteso i tagli volontari all'offerta fino alla fine dell'anno. Questi tagli si sono aggiunti a quelli concordati ad aprile da diversi produttori Opec+ fino alla fine del 2024.
Gli operatori di mercato hanno anche dovuto digerire i dati contrastanti provenienti dalla Cina. Ad agosto le esportazioni complessive sono calate dell'8,8% su base annua e le importazioni si sono contratte del 7,3%. Ma le importazioni di greggio sono aumentate del 30,9%.
I timori legati all'aumento della produzione da parte di Iran e Venezuela, che potrebbero bilanciare una parte dei tagli di Mosca e Riyad, stanno contribuendo a tenere a freno il mercato.
A sostegno dei prezzi, le scorte di greggio degli Stati Uniti dovrebbero essere diminuite di 5,5 milioni di barili nella settimana conclusasi l'1 settembre, secondo fonti di mercato che citano i dati dell'American Petroleum Institute.
I dati ufficiali sulle scorte della U.S. Energy Information Administration sono previsti per oggi alle 17.00 italiane.
(Tradotto da Luca Fratangelo, editing Sabina Suzzi)