Di Adam Claringbull
Investing.com - Il prezzo del greggio sale negli scambi asiatici, sulla scia delle notizie incoraggianti circa la ripresa del Presidente USA Donald Trump dal COVID-19. Tuttavia, i tonfi segnati verso la fine della scorsa settimana sono difficili da recuperare.
I future del Brent schizzano del 2,09% a 40,09 dollari alle 00:30 ET (4:30 GMT) mentre i future del WTI segnano un’impennata del 2,32% a 37,91 dollari.
Il Brent ha superato il livello di 40 dollari dopo essere sceso al minimo da giugno nella settimana precedente ed anche i future del WTI hanno recuperato parte delle perdite, sebbene abbiano ancora molta strada da fare prima di tornare al livello precedente al crollo di venerdì. Il tonfo era avvenuto sulla scia della notizia che Trump ha contratto il COVID-19, mentre il rialzo di questa mattina è legato alle buone notizie circa lo stato di salute del presidente.
“Penso che si tratti del miglioramento delle condizioni di salute del Presidente USA … nel fine settimana ci sono state molte notizie contrastanti sulla sua salute, ma nel complesso sta meglio”, ha riferito a Reuters Avtar Sandu, responsabile senior per le materie prime di Phillip Futures.
Un altro fattore che sta spingendo il greggio è lo sciopero degli operai norvegesi che, secondo la Norwegian Oil and Gas Association, potrebbe ridurre la produzione petrolifera del paese fino a 330.000 barili al giorno. A supportare i prezzi del greggio contribuisce lo scontro tra Armenia ed Azerbaijan nella regione di Nagorno-Karabakh, un importante corridoio degli oleodotti di greggio e gas, con la città azera di Ganja che è stata bombardata negli ultimi due giorni.
Tuttavia, l’aumento delle forniture dagli impianti petroliferi libici, riaperti di recente, insieme all’incremento delle esportazioni dall’Iraq il mese scorso, pesa sui mercati. L’Iraq avrebbe dovuto ridurre le sue esportazioni in linea con le promesse fatte all’OPEC di un taglio alla produzione per compensare i precedenti superamenti della sua quota.
Le importazioni di greggio dalla Cina stanno al momento rallentando e rappresentano un altro peso sul greggio, secondo una nota del 2 ottobre degli analisti di J.P. Morgan. E questo probabilmente spingerà l’OPEC+ (il gruppo formato dall’OPEC e da altri paesi produttori) a considerare maggiori tagli della produzione in occasione del vertice di novembre.
Il conto globale delle vittime della pandemia di COVID-19 ha superato il milione all’inizio della settimana scorsa ed il numero dei casi al 5 ottobre è di oltre 35 milioni, secondo i dati della Johns Hopkins University, minacciando ulteriormente la ripresa economica mondiale.